Lorodelvaticano430

L'ORO DEL VATICANO - Dai tesori inestimabilidei primi secoli fino alla fondazione dei grandi istituti bancari. Ricchezze nascoste, scandali e affari della Santa Sede.

12,90 €
Modificatore prezzo variante:
Prezzo di vendita12,62 €
Descrizione
 Autore:  CLAUDIO RENDINA
 Formato:  15 X 21
 Pagine:   280
 Anno:  2010
 Editore:  NEWTON COMPTON EDITORI

 

 

claudio-rendina-120L'Autore  Claudio Rendina, scrittore, poeta, storiografico e romanista, ha legato il suo nome a opere storiche di successo, tra le quali, per la Newton Compton, I papi. Storia e segreti; Il Vaticano. Storia e segreti; Storia insiolita di Roma;  Storie della città di Roma; Alla scoperta di Roma; Le chiese di Roma; Cardinali e cortigiane; La vita segretea dei papi; Roma giorno per giorno; La santa casta della Chiesa; I peccati del Vaticano; Gli ordini cavallereschi, Guida insolita ai misteri, ai segreti, alle leggende e alle curiosità di Roma e La grande guida dei monumenti di Roma.
    Ha diretto la rivista "Roma ieri, oggi, domani" e curato La grande enciclopedia di Roma.Ha scritto il libro storico-fotografico Gerusalemme città della pace, pubblicato in quattro lingue. Attualmente firma per "la Repubblica" la rubrica di storia, arte e folclore " Cartoline romane".


RETROCOPERTINA

IL LIBRO VERITÀ SUL POTERE OCCULTO DEL VATICANO
Claudio Rendina

L'ORO DEL VATICANO
Dai tesori inestimabili dei primi secoli fino alla fondazione dei grandi istituti bancari.
Ricchezze nascoste, scandali e affari della Santa Sede

    Nel corso dei secoli, le proprietà della Santa Sede si sono accumulate fino a formare un vero e proprio tesoro. Ben lontani dallo spirito apostolico e dallo spiritodi umiltà e povertà raccomandato da Cristo, i rappresentanti di Dio in terra hanno edificato una complessa amministrazione per preservare, accrescere e controllare immobili, opere d'arte, monumenti, ori e denari.
    Vi sono le tombe faraoniche in marmo e oro di cardinali e papi, le decorazioni inestimabili di altari e volte, le collezioni di quadri, statue e preziosi esposte nei Musei Vatican, nel Museo Lateranense e in altre collezioni della santa Sede, i sigilli d'oro custoditi nell'Archivio Segreto e i tesori della Biblioteca. C'è il denaro accumulato dallo Stato Pontificio dalle origini al 1870, e poi la fondazione degli istituti bancari dello IOR e dell' APSA e i capitali costoditi nelle isole Cayman, un autentico Fort Knox fuori da ogni legge.
    Inoltre le prelature come l'Opus Dei, solo teoricamente autonome dalla Santa Sede, in realtà costituiscono una fonte ulteriore di ricchezza. Gli scandali, le rivelazioni e i sospetti su questo patrimonio immenso sono sotto gli occhi di tutti e alla ribalta delle cronache più recenti. Forse è arrivato il momento di fare i conti in tasca al Vaticano.


PREMESSA

1claudio-rendina-150 Oro come denaro. Oro come proprietà immobiliare e territoriale. Oro come fasto di opere d'arte. Oro come proprietà del Vaticano che costituiscono un vero e proprio tesoro. È il frutto di una cattiva amministrazione della Santa Sede, che ha provocato un allontanamento dallo spirito umile e povero raccomandato da Cristo e favorito l'impiego di certe ricchezze in campi ben lontani dallo spirito apostolico.
   La gestione di questo patrimonio fa capo ad apposite commissioni cardinalizie con l'assistenza di finanzieri laici, e il denaro è custodito negli istituti bancari dello IOR e dell' APSA, con depositi sotterranei di oro e diramazioni nelle casseforti delle Isole Cayman: un autentico Fort Knox fuori da ogni legge.
   Il denaro della Santa Sede si è capitalizzato, ironicamente, dalla fine dello Stato Pontificio, coincidente con una crisi delle casse vaticane, ovvero dalla sua ricostituzione come Città del Vaticano, avvenuta con i Patti Lateranensi de11929, e attraverso operazioni bancarie talvolta illecite, con riciclaggio di denaro "sporco" .
    Queste vengono passate in rassegna con un documentato capitolo, in collegamento con gli istituti economico-fmanziari, per svilupparsi nell'illustrazione delle altre fonti di reddito sacroprofane che hanno origine dalla medievale confessione a pagamento e dalla vendita delle indulgenze, e che ancora oggi rivivono nel mercimonio funebre, nello sfruttamento finanziario del sacramento del matrimonio e nel suo annullamento connesso con la Sacra Rota; e ancora nell'Obolo di San Pietro, nel fondo personale del papa, nella Elemosineria Apostolica con la relativa benedizione apostolica a pagamento, nella raccolta quotidiana di elemosine nelle chiese e di offerte nelle Opere e nelle Giornate Missionarie, che fanno capo alla Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, ma nelle cui casse non sempre finiscono, e nel Vicarius Christi Fund dei Cavalieri di Colombo.
   E per finire, sfruttamenti esclusivamente commerciali: dalla compravendita agli affitti delle proprietà immobiliari che risalgono all'istituzione della società Generale Immobiliare, e dagli interessi nella casa discografica ReA Italiana, con la produzione di dischi di musica leggera e jazz in testi non sempre edificanti per Santa Romana Chiesa, alla vendita di monete e francobolli sotto l'insegna del collezionismo. Un fiume di denaro, al quale vanno aggiunti i contributi dello Stato italiano alle spese delle scuole secondarie paritarie della Santa Sede, la concessione dell'8 per mille del gettito fiscale IRPEF e la gratuita fruizione di acqua e luce nella Città del Vaticano.
    Tutta questa ricchezza peraltro si è manifestata fin dalle origini della Santa Sede nella costruzione e nella decorazione fastosa delle chiese e dei palazzi vescovili, da Roma all'Europa, fino in Terra Santa e in America, ma che è particolarmente evidente all'interno della Città del Vaticano e negli ambienti romani più strettamente legati alla Santa Sede.
    Così le basiliche papali con le rispettive sagrestie, qualificate come Tesori, si rivelano veri e propri depositi di oggetti d'oro, argento e gemme tra triregni, calici e reliquiari, oltre a paramenti ricamati in oro e pietre preziose, tutte ricchezze di un valore inestimabile, difficilmente però commisurabili come denaro in un ipotetico mercato. Ricchezze che si riscontrano anche nell' Archivio Segreto Vaticano e nei mitici Musei Vatican i , nei quali si sviluppa un' autentica "caccia al tesoro".
   E ancora i Santuari, testimonianza di fede certamente, ma anche di una organizzazione speculativa, che è frutto di notevoli guadagni. E infine, la ricchezza di una proprietà immobiliare che si estende da Roma in tutto il mondo sotto le vesti di alberghi, istituti religiosi, case di cura e semplici abitazioni, e un gran numero di chiese, molte delle quali inutilizzate, tanto da essere messe in vendita.
    Parallelamente, all'interno delle istituzioni ecclesiastiche della Santa Sede, si è evidenziato l'arricchimento della Conferenza Episcopale Italiana attraverso la gestione di un esteso territorio della periferia di Roma, alle spalle del Vaticano, con relative funzioni imprenditoriali, nonché della prelatura Opus Dei, solo in teoria autonoma dalla Santa Sede, ma in realtà costituente una fonte ulteriore di ricchezza, con proprietà e denaro sonante. E ancora i soldi e le proprietà di ordini religiosi, Società di Vita Apostolica e confraternite.
   Una ricchezza immensa, messa in luce dalla valutazione storica dei luoghi e delle apposite strutture. I bilanci consuntivi consolidati della Santa Sede e della Città del Vaticano, resi pubblici durante apposite conferenze stampa dal 1998 ad oggi, e riportati in appendice, costituiscono solo un apparente rendiconto di tutto il complesso della ricchezza in dotazione alla Chiesa di Roma.