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FRA MARTIRIO E RESISTENZA - La persecuzione nazista e fascista dei Testimoni di Geova

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Prezzo di vendita12,66 €
Descrizione
Autore: MATTEO PIERRO
Formato:  15 X 21
Pagine: 150
Anno: 2001
Editore: ACTAC EDIZIONI

 

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L'Autore  Matteo Pierro è nato nel 1967 a Salerno dove vive con la moglie Nicoletta e la figlia Denise. E' da diversi anni impegnato nella ricerca di informazioni sulla vicenda dei Testimoni di Geova durante il nazismo e il fascismo. Ha raccolto finora oltre 2000 pagine di documenti dell' epoca, numerose testimonianze di ex deportati e decine di testi. Su questo soggetto ha scritto oltre cento articoli apparsi sulla stampa nazionale e locale.
   E' anche autore del libro "Geova e il Nuovo Testamento" (Sacchi Editore, 2000) e dei saggi: "I deportati delle provincie di Avellino e Salerno" e "JHWH: il tetragramma nel Nuovo Testamento" apparso in Rivista Biblica, edizioni Dehoniane Bologna, anno XVI, n° 2, aprile-giugno 1997.

FRA MARTIRIO E RESISTENZA - La persecuzione nazista e fascista dei Testimoni di Geova

 

matteo-pierro-120L'Autore  Matteo Pierro è nato nel 1967 a Salerno dove vive con la moglie Nicoletta e la figlia Denise. E' da diversi anni impegnato nella ricerca di informazioni sulla vicenda dei Testimoni di Geova durante il nazismo e il fascismo.
   Ha raccolto finora oltre 2000 pagine di documenti dell' epoca, numerose testimonianze di ex deportati e decine di testi.
Su questo soggetto ha
scritto oltre cento articoli apparsi sulla stampa nazionale e locale.
   E' anche autore del libro "Geova e il Nuovo Testamento" (Sacchi Editore, 2000) e dei saggi: "I deportati delle provincie di Avellino e Salerno" e "JHWH: il tetragramma nel Nuovo Testamento" apparso in Rivista Biblica, edizioni Dehoniane Bologna, anno XVI, n° 2, aprile-giugno 1997.


PREFAZIONE
di Italo Tibaldi1

Dobbiamo alla tenace operosità di Matteo Pierro l'idea di pubblicare "Fra martirio e resistenza. La persecuzione nazista e fascista dei testimoni di Geova", frutto di una fondamentale ricerca su uno dei capitoli più tragici dell'ultimo conflitto mondiale. L'adesione a questa iniziativa risponde ad una pluralità di valutazioni tutte positive: la rigorosità dell'indagine e della ricostruzione storica condotta dall'autore, la riflessione profonda sull'esperienza concentrazionaria (I933-1945) specifica dei Bibelforscher, e il richiamo forte di una denuncia di un prototipo di applicazione a forme di oppressione a cui continuano a ispirarsi i regimi ed i movimenti illiberali di tutto il mondo.
   Dal 1995 si è iniziato a far conoscere in Italia in modo ufficiale e documentato quella esperienza ed il ruolo significativo di opposizione al nazismo ed al suo conseguente tentativo di distruggere gli avversari, letteralmente buttandoli nei campi di eliminazione e di sterminio. "Fra martirio e resistenza" è una pubblicazione "necessaria".
   Una persecuzione di lunga data che ebbe momenti di particolare tragicità rimane poco conosciuta, il grande pubblico ancora !'ignora. Per le generazioni successive a quel periodo, il fenomeno concentrazionario, la deportazione, l'istituzionalizzazione dogmatica della soppressione degli antinazisti hanno contorni nebulosi. Il ricordo diviene sempre più flebile e la storia delle deportazioni nelle sue varie motivazioni tende a perdersi. Oblio e dimenticanza per gli oppositori del nazionalsocialismo e quindi anche per i Testimoni di Geova che sin dal 27 febbraio del 1933, data in cui furono legalizzati i campi di concentramento "per rieducare", vi forono rinchiusi.
   Non mi soffermerò su quel "regno del nostro silenzio': il silenzio forzato del deportato che nulla può fare o decidere e dove è destinato a subire il potere e gli umori di tutti coloro che hanno nel lager una qualche autorità. Dalla più incisiva, quella dei Kapos, alla gerarchia delle 55, vi è un tessuto di maglie irrazionali che si scatenano sul deportato. I campi di eliminazione e di sterminio nazisti sono stati luoghi privilegiati per l'esercizio del potere arbitrario del quale si "fornisce" una possibilità di concreta applicazione. E dove ogni piccolo "fohrer" diviene l'esecutore della volontà suprema ed un'autorità discrezionale nella piramide del potere rendendo la vita in vivibile.
Il nuovo universo nazista restringendo lo spazio ed il tempo affermava un potere arbitrario e assoluto e si appropriava della vita. Nello spazio ridotto dellager i deportati tentano di sopravvivere calcolando ogni momento il limite della loro esistenza a fronte di scelte che hanno diritto di vita e di morte con un semplice sguardo, un gesto.
   In questo contesto quasi surreale ma drammaticamente reale vorrei collocare la deportazione dei Testimoni di Geova nei campi nazisti. E quindi "compagni di deportazione", "compagni di viaggio: di quei viaggi che molti conobbero solo all'andata.
   Matteo Pierro tende a colmare, dopo oltre mezzo secolo, una grande lacuna; quanti conoscono il destino dei Testimoni di Geova sotto il Terzo Reich? Eppure durante dodici anni di regime la persecuzione si è abbattuta su di loro con accanimento costante e violenza inaudita e hanno pagato un pesante tributo alla fedeltà delle loro convinzioni. Starei per dire anch'essi dimenticati dalla Storia, una Storia in gran parte bloccata.
   Dobbiamo quindi rendere loro un passato, un'identità, una memoria. Questo mio contributo vuole rafforzare tale significato. La logica nazionalsocialista volle bruciare ogni resistenza di quel pugno di irriducibili, simboli viventi della non-sottomissione. Ma le persecuzioni si scontrarono con la resistenza spirituale, tenace e capace di opporre la forza interiore della fede alla violenza fisica dello stato di polizia.
   Le dichiarazioni di Francesco Albertini, Alberto Berti, Vincenzo Pappalettera, miei compagni di deportazione, ricordano i "triangoli viola" che distinguevano i Testimoni di Geova (i ''Bifo ') e la loro intransigenza ad evitare la partecipazione ai lavori legati alla guerra, intransigenza che li valorizza nel giudizio e nella stima degli altri deportati.
Nella miseria del lager anche poche cose erano enormi ed i Testimoni - unici detenuti in condizione di concludere volontariamente la loro prigionia agendo di propria iniziativa per ottenere il "rilascio" - sono ricordati come compagni di sventura che divennero fratelli di sofferenze, esercitando nei confronti della dialettica politica clandestina del lager una forte neutralità. Il significato e l'importanza del loro atteggiamento è certamente l'aspetto simbolico che evidenzia l'incompatibilità fra la loro fede rigorosa e lo stato nazista.
   Da Testimoni religiosi divengono testimoni della storia, attivamente portati alla testimonianza della Parola di speranza, e testimoni silenziosi, ma paradossalmente eloquenti, nella sofferenza e nella morte.
   "Fra martirio e resistenza" ci aiuta ad approfondire la conoscenza di quella deportazione ed è una sosta obbligata per chi vuole capire l'orrenda persecuzione nazista degli obiettori di coscienza.
Primo Levi nel presentare il suo ultimo libro scrisse "non moriremo in silenzio: e dopo oltre mezzo secolo vorrei testimoniare quel vissuto per dare voce alla loro memoria ed una risposta tardiva della Storia. Non cederemo alla pericolosa tendenza dell'oblio affinché le giovani generazioni non accolgano le suggestioni di chi vorrebbe ridimensionare le reali proporzioni della tragica esperienza nazista, nella piena consapevolezza che l'enormità del male compiuto e delle sofferenze inflitte e patite impongono a tutti di vigilare al fine di prevenire sempre possibili ritorni all'indietro.
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1Italo Tibaldi è nato a Pinerolo nel 1927. Partigiano in val Maira venne catturato a Torino nel gennaio 1944 e deportato a Maurhausen. Trasferito nel sottocampo di Ebensee vi restò fino alla liberazione. E' vice presidente del Comitato internazionale del KZ Maurhausen, fa parte della presidenza dell'Associazione Nazionale Ex Deportati, conduce da molti anni ricerche sulla deportazione dall'Italia e ha pubblicato "Compagni di viaggio. Dall'Italia ai Lager nazisti. I trasporti dei deportati. 1943-1945", Franco Angeli, Milano, 1994. Ha ricevuto, il 26 novembre 1999, dal Presidente della Repubblica d'Austria l'alta onorificenza "per benemerenze verso la Repubblica Austriaca".

INTRODUZIONE

   Indubbiamente molti si meraviglieranno nel veder definire l'atteggiamento assunto dai Testimoni di Geova nei confronti della persecuzione nazista una via di mezzo tra il martirio e la resistenza. Perché definirli "martiri" o "oppositori" e non semplicemente "vittime" del nazismo?
   Bisogna chiarire il significato dei termini. "Vittima" è "chi subisce danni, gravi perdite, tormenti, persecuzione e la morte stessa senza sua colpa". (Grande Enciclopedia Universale, Curcio) Invece, il "martire" è "chi è ucciso perché si rifiuta di trasgredire la legge di Dio" o "chi si sacrifica per una nobile causa" (Grande Dizionario della Lingua Italiana, UTET) mentre l'''oppositore'' è il "sostenitore di un atteggiamento motivato da contrarietà di opinioni". (Il Dizionario della lingua italiana, G. Devoto e G. C. Oli, Le Monnier)
  Orbene, milioni di persone - ebrei, slavi, zingari, omosessuali e altri - vennero uccise, nella Germania nazista, solo a motivo di ciò che erano. Non avevano scampo, non avevano scelta, erano vittime. Sotto quel regime, la loro morte era inevitabile. I Testimoni di Geova, invece, non erano costretti a morire. Avevano una via di scampo, eppure, a motivo dei loro principi, scelsero di non valersene; divennero così dei martiri. Essi, inoltre, resistettero al nazismo, continuando ad attenersi alle proprie convinzioni, che erano in netto contrasto con l'ideologia hitleriana, e a fame ampia pubblicità.
   E' quindi opportuno chiedersi: In quale modo i Testimoni avrebbero potuto evitare la morte? E sotto quali aspetti si contrapposero al nazismo? Cosa contraddistingue la loro presa di posizione rispetto a quella delle altre chiese cristiane?
   Cosa accadde ai Testimoni italiani durante il fascismo? Il libro risponderà a queste e ad altre domande. In appendice ho inserito l'interessante saggio di Ciro De Angelis che dimostra come i Testimoni siano stati i pionieri dell' obiezione di coscienza In Italia e un capitolo su quanto accadde ai Testimoni in Campania durante il Ventennio.
   Inoltre, ho riportato quanto hanno dichiarato ex deportati e studiosi sulla vicenda dei Testimoni di Geova, la traduzione di alcuni documenti nazisti e un' ampia bibliografia. Spero che tutto questo possa, in seppur minima misura, contribuire a fare luce su una storia degna di attenzione e rispetto.

INDICE

Prefazione, Italo Tibaldi
Premessa alla seconda edizione    11
Introduzione    13   
La persecuzione nazista dei Testimoni di Geova    15
La persecuzione delle donne, Nicoletta Napoli 24
La persecuzione dei bambini, Nicoletta Napoli 30
La denuncia delle atrocità naziste    34
L'atteggiamento delle altre chiese cristiane    42   
Le accuse revisioniste    51
La repressione fascista dei Testimoni di Geova    61
Appendice 
I pionieri dell' obiezione di coscienza, Ciro De Angelis 69
Le strade di Geova    78
La persecuzione dei Testimoni di Geova in Campania    81
Dichiarazioni di studiosi sui Testimoni di Geova    84 
Dichiarazioni di ex deportati sui Testimoni di Geova    99
La storia di Narciso Riet    116
Documenti    127
Bibliografia    153
Hanno detto di questo libro    156
Questo libro è stato finora citato in:    159