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I BIBELFORSCHER E IL NAZISMO - (1933-1945) - I dimenticati della storia

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Prezzo di vendita18,53 €
Descrizione
Autore: SYLIVE GRAFFARD - LÈO TRISTAN
Formato:  15 X 21 
Pagine: 240
Anno: 1994
Editore: EDITIONS TIRÈSIAS

 

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L'Autore SYLIVE GRAFFARD - LÈO TRISTAN

I BIBELFORSCHER E IL NAZISMO - (1933-1945) - I dimenticati della storia

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L'Autore SYLIVE GRAFFARD - LÈO TRISTAN

 

Traduzione di una lettera di Thomas Mann.

Kiisnacht-Zurigo, 2 agosto 1938.

ILLUSTRISSIMO SIGNOR HARBECK,
   RingraziandoLa del dono che mi ha fatto del libro Crociata contro il Cristianesimo non faccio che compiere un atto di cortesia. Ma Le devo di più; ho contratto verso di Lei un debito di riconoscenza. È con la più viva emozione che ho letto il Suo libro così ricco di documenti terribili, e non posso descrivere il sentimento misto di disprezzo e di orrore che mi ha colto sfogliando queste testimonianze di una bassezza umana ineguagliabile e di una crudeltà inqualificabile. Le parole non riescono a descrivere l'abiezione della mentalità che è rivelata da queste pagine che ci raccontano le orribili sofferenze di vittime innocenti fermamente attaccate alla loro fede.
   Vorremmo tacere di fronte a ciò che è impossibile qualificare, ma la nostra coscienza non ci rimprovererebbe forse questo silenzio? Non ci accuserebbe forse di favorire così l'apatia morale del mondo, e di approvare tacitamente il suo miserabile principio di non intervento, oppure essa - anche solo per un istante - sarà scossa da questa lunga serie di fatti rivoltanti che Lei pone sotto i suoi occhi? Non osiamo quasi più sperarlo. In ogni caso, Lei ha compiuto il Suo dovere offrendo questo libro al pubblico, e penso che non vi possa essere appello più pressante alla coscienza del mondo.
Gradisca i miei ossequi,  
                                    
Thomas MANN

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Ogni detenuto portava un triangolo colorato (generalmente con la punta verso il basso) cucito (o dipinto) sulla sua uniforme da deportato. A seconda del colore, si distinguevano diverse categorie: i politici avevano un triangolo rosso con una lettera all'interno che precisava la nazionalità (salvo per i tedeschi). Gli ebrei politici portavano un triangolo rosso (con la punta verso l'alto) con sovrapposto un triangolo giallo (con la punta verso il basso).

   Gli ebrei avevano una stella gialla (formata da due triangoli), i Bibelforscher un triangolo color malva/viola. Alcune fonti attestano che certi Bibelforscher portavano un triangolo viola con sovrapposto un triangolo giallo. Gli internati di diritto comune avevano un triangolo verde, gli asociali un triangolo nero.

   I contaminatori della razza portavano un triangolo nero sovrapposto a un triangolo giallo, gli omosessuali un triangolo rosa, gli zingari un triangolo bruno e gli apolidi e gli emigrati (repubblicani spagnoli) un triangolo azzurro. I SAW (Sonderaktion Wehrmacht: epurazione dell'esercito tedesco), quanto a loro, avevano un triangolo rosso, con la punta verso l'alto.
                                    
Sylvie Graffard - Léo Tristan

PREMESSA


   Grande è stata la nostra curiosità di sapere chi fossero questi triangoli viola, o lilla, o color malva ... Quanto abbiamo desiderato dare un volto a questi Fondamentalisti, Scrutatori, Studenti Biblici, Bibelforscher* ... , nomi che in genere designano i Testimoni di Geova ...

   Non è stato facile, anche se l'accoglienza è stata calorosa e benevola, e dopo aver rotto il ghiaccio della diffidenza ci siamo immersi nel mondo dei Bibelforscher. Con passione, certo, e con stupore, sorpresa, delusione, ma con la ferma intenzione di conservare uno sguardo critico, il più obiettivo possibile, al limite dell'annullamento di ogni emozione ... i fatti, sempre i fatti. Dato che non eravamo, e che non siamo tuttora, né da vicino né da lontano, implicati in questa setta, o piuttosto in questo gruppo religioso, ciò che è contato per noi sono stati i fatti: la Storia è stata la nostra unica guida.
  Abbiamo voluto rendere omaggio a un popolo torturato, svilito, perseguitato, imprigionato, decapitato, assassinato, condannato alle camere a gas e ai forni crema tori a proposito dei quali oggi alcuni odiosi sofisti1 vorrebbero farei credere che servirono solo ad alimentare l'immaginario dei ricordi di milioni di vittime. TI Tribunale di Norimberga, parlando delle «persecuzioni per motivi religiosi» le ha incluse fra i suoi capi di accusa quali crimini contro l'umanità e crimini di guerra in un Paese occupato. «Le persecuzioni di tutte le sette pacifiste e dissidenti come quella dei Testimoni di Geova e dei Pentecostali erano particolarmente accanite e crudeli2».
   In Germania, come afferma la loro associazione e come è stato confermato dallo storico M.H. Kater3, si trovavano 19.268 predicatori attivi al momento dell' ascesa al potere dei nazisti, gli arrestati furono più di diecimila e furono tra i quattro e i cinquemila a perire per mano dei carnefici «per motivi religiosi». Queste persecuzioni si estesero all'Europa intera, e le cifre evocate in questo libro sono piuttosto istruttive riguardo allo sterminio di questo popolo e non si può non essere turbati dal silenzio che la Storia riserva loro.
   Certo, si constaterà e ci verrà fatto notare un «certo comportamento» dei Testimoni di Geova nei campi di concentramento. E questo è comprensibile se queste osservazioni nascono da un riflesso emotivo e dall'ignoranza della storia generale dei Bibelforscher e della loro parte di martirio che cominciò nel 1933. Per di più, processi recenti, che hanno rimesso in questione alcuni deportati nei campi, sono là per rispondere in parte; gli pseudostorici sono spesso complici dell' assassinio della nostra memoria collettiva ... Trattare così questo popolo, con tale disprezzo e in modo così cieco, significherebbe suppliziarlo una seconda volta. Il rimprovero più diffuso nei confronti di alcuni Bibelforscher è «di essere stati domestici nelle case delle S.S., o barbieri apprezzati, o lavoratori coscienziosi». Ma questi attacchi sono fondati?
   In particolare, si prende in considerazione la finalità di questo ruolo? Ma torniamo ai fatti. Hanno avuto un comportamento collaborazionista? Si sono mostrati privi di solidarietà? (Anche ammettendo la preponderanza dell'interesse per i loro confratelli e il fatto che si isolarono, come se non facessero parte di quel mondo, per salvaguardarsi tramite una resistenza nella resistenza). Ma hanno forse derubato gli altri detenuti? Hanno forse approfittato di un posto di «Prominent* »? Si sono appropriati di ciò che non apparteneva loro? Hanno denunciato o mentito per approfittare di una situazione? Sono restati insensibili e indifferenti al dolore? Hanno rifiutato, a discapito della propria sopravvivenza, del pane a un detenuto? Non hanno mai prestato soccorso? Non hanno mai aiutato gli altri?
   Le persone evocate da questi interrogativi, nella loro pluralità, rappresentano la verità di un popolo. Alcuni detrattori o pseudorìcercatori, «nella nobiltà della loro onesta contraddizione», citeranno casi isolati per provare e ripetere scientificamente che erano tutti dei «mascalzoni».
   Il nostro scopo non è di prendere posizione o di trasformarci in difensori accaniti; noi non quantifichiamo, vogliamo semplicemente dire che questo popolo fu cacciato, torturato, internato, perseguitato, sterminato «per motivi religiosi». Questo popolo non era forse costituito da uomini, donne, bambini?
   Per porre termine a ogni qui pro quo riguardo a queste vicende, apriremo il libro di Margarete Buber-Neumann Milena e la testimonianza del dotto A. Rohmer tratta dal libro Témoignages strasbourgeois e concluderemo con la deposizione del testimone polacco e cattolico Stanislaw Dubiel, fatta in occasione del processo contro i crimini hitleriani in Polonia, citata dal libro Auschwitz vu par les S.S. che includeremo nel dibattito. È questo crimine che vorremmo iscrivere nella memoria, prima che diventi «vana». Finkielkraut ha espresso qualche timore riguardo all'Umanità e si è mostrato, a questo proposito, ben consapevole della ipocrisia e del discorso della giustizia - prima di divenire negazione della memoria della Storia. Non dimentichiamo mai che la memoria si riveste sempre degli orpelli dell' oblio straziando le sue vittime.
   Abitualmente, l'universo dei Testimoni di Geova è piuttosto schernito, dileggiato, disprezzato dalla maggioranza dei francesi. Eppure noi non sappiamo, o forse sappiamo troppo bene, cosa avrebbe fatto un altro gruppo religioso sottoposto ad un martirio identico. Tuttavia loro sono rimasti muti, solo alcuni libri o periodici pubblicati da loro stessi evocano questo periodo. Ma bisogna dire anche che è spesso più facile vivere in questo rifiuto che essere riconosciuti, essere accettati: ciò rinforza in «questi dimenticati» l'idea di incarnare la Verità.
   La nostra ricerca non è stata sempre facile: rifiuti educati, assenza di risposte da parte delle autorità, impegni non rispettati, promesse e testimonianze omesse, sogghigni, scuotimenti di spalle, rinunce premature ... Ma fortunatamente anche accoglienze entusiaste, ringraziamenti, omaggi ...
   Che questo libro possa rappresentare modestamente il riconoscimento di una battaglia, di una resistenza, di una lotta, di un martirio, di un «genocìdìo», della volontà dell'assassino nazista di rifiutare alla sua vittima la scelta della propria spiritualità. Non dimentichiamo mai che questo popolo cristiano fu suppliziato perché i suoi membri si chiamavano Testimoni di Geova, un popolo che porta il nome del suo Dio.
  La Storia ha spesso delle strane trovate che la conducono a ignorare una parte del suo patrimonio, e la storia dei Bibelforscher ne fa parte, ne costituisce un elemento indistruttibile, incancellabile, inevitabile.
   Invitiamo il lettore, questo anonimo, alle prese con questi atti autentici e degni di considerazione, a osar domandare alla Storia di far propri questi dimenticati. Perché un domani, finalmente, si possa dire: Giustizia è fatta!
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1VIadimir Jankélévitch. Pierre Vidal-Naquet, li chiama: «Eichmann de papier»,
2 Capo d'accusa N. 1 del Tribunale Militare Internazionale di Norimberga.
3Michael Kater, Die Ernsten Bibelforscher im Dritten Reich

INDICE

PREMESSA
A     GUISA DI INTRODUZIONE
1.    I NAZISTI AL POTERE   19
2.    IL NEMICO È INDIVIDUATO   28
3.    «SE IL GIORNO IN CUI a CHIEDERANNO   33
4.     NON SOTTOMETTERSI AL POTERE DELL'UOMO   37
5.     IL GRANDE RADUNO DI BASILEA   40
6.     «SOPRAVVNERE»   43
7.     «I "NEGRI" IN EUROPA»    46
8.     «DER ANSTREICHER ... »    52
9.     «TI ACCUSANO DI DIECIMILA CRIMINI   55
10.   « ALLE JUGEND DEM FùHRER»   59
11.   IL LINCIAGGIO DELLE COSCIENZE   64
12.   FAMIGLIE DEOMATE   67
13.   «IL PAPA? ... »   71
14.   1937: L'ANNO DELLA REPRESSIO   77
15.   I CAMPI DI CONCENTRAMENTO   86
16.   L'INVASIONE DELL'AuSTRIA E IL PLEBISCITO   90
17.   GLI AUSTRIACI NELLA SPIRALE DELLA REPRESSIONE   96
18.   «MENTRE LA FRANCIA È IN ARMI ... »    101
19.   L'OPPOSIZIONI AL DUCE   110
20.   L'ORRORE QUOTIDIANO   117
21.   LA «PESTE» DILAGA IN EUROPA   121
22.   LA REALTÀ CONCENTRAZIONARIA   129
23.   DUE BAMBINI DELL'ALSAZIA LORENA   133
24.   «IL PIANETA CENERE»    137
25.   L'ITINERARIO DI UNA TEDESCA    140
26.   IL REGIME DEL TERRORE    144
27.   IL RIFIUTO DI PARTECIPARE ALLO SFORZO BELUCO   148
28.   JOSEPH HISIGER    151
29.   ARTHUR WINKLER    154
30.   LE PUNIZIONI CORPORAU    157
31.  «MA CHE COS'È LA SCRITTURA?   160
32.   «COLORO CHE HANNO IL POTERE DI FERIRE   164
33.   L'INFERNO DI AUSCHWITZ   167
34.   LE KALFAKTORINNEN E LE DIENSTMÀDCHEN DELLE S.S.   171
35.   UN'INCREDIBILE VOLONTÀ DI FARE DISCEPOLI   174
36.   LA FAMIGLIA ARNOLD   177
37.   A DIECI ANNI NEI CAMPI DELLA 5LESIA   183
38.   L'HÀFfLING LOVIS PIÉCHOTA   188
39.  VIAGGIO NELLA NOTTE    193
40.   UN RESISTENTE GOLLISTA A DACHAU   201
41.  GENNAIO 1945, L'ARMATA ROSSA ARRNA AD AUSCHWITZ. LA DISFATTA DELL'ESERCITO
       HITLERIANO   207
42.  «LA VERITÀ AVRÀ L'ULTIMA PAROLA»   210
43.   L'EVACUAZIONE DEI CAMPI   213
        QUESTI DIMENTICATI   222
        GLOSSARIO    226
        BIBLIOGRAFIA    230
        INDICE    237