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IL CONTESTO RELIGIOSO DELL'ANTICO TESTAMENTO

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Descrizione
Autore: HERBERT NIEHR
Formato: 15,5 X 23
Pagine: 265
Anno:  2002
Editore: PAIDEIA EDITRICE

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L'Autore
Herbert Niehr, e professore di introduzione e storia della Bibbia alla Facoltà cattolica di Teologia dell'Università di Tubinga. I suoi studi vertono in particolare sulla storia della religione e del diritto nella Siria-Palestina.


RETROCOPERTINA

In questo saggio propedeutico di Herbert Niehr si illustrano le religioni della Siria-Palestina coeve al sorgere e svilupparsi della religione di Jhwh nei regni d'Israele e di Giuda. Attenendosi a un piano deliberatamente espositivo, l'autore presente alla religione di ugariti, fenici, aramei, filistei, galaaditi, ammoniti, moabiti, edomiti e nabatei, mirando a essere il più possibile chiaro e al tempo stesso esaustivo.
Per ciascuna ragione e ciascun periodo, descritti geograficamente e situati coronologicamente e storicamente, si prendono in considerazione i medesimi aspetti: fonti, pantheon, luoghi e forme di culto, mantica e magia, concezioni funebri, cosmologiche e e mitiche. Ne risulta un manuale in cui l'equilibrio dell'onestà intellettuale di cui l'autore da prova consentono di ricostruire la religione di Jhwh in Israele e in Giuda come complesso di fenomeni storico-religiosi che si svolgono secondo linee specifiche e insieme comuni all'ambiente circostante.

INTRODUZIONE

Il titolo generico «il contesto religioso dell'Israele antico» dev'essere precisato per chiarire il senso dei termini che contiene.1
Riguardo al termine «religione» si deve innanzitutto sottolineare che nell'antichità la religione non era una sottostruttura di una società complessa, ma la permeava totalmente in tutte le sue parti. Nella cultura antica non è quindi possibile separare la religione come ambito a sé. Per questo motivo negli studi recenti di scienza delle religioni si chiede che non si debba più distinguere tra religione e cultura.2 Detto diversamente, ne consegue che ci si deve avvicinare a una religione tramite la cultura che l'ha generata. La religione allora diviene riconoscibile come elemento autonomo che funziona secondo le sue proprie leggi; la religione deve quindi essere compresa «come tipo speciale di uno specifico sistema culturale interpretativo o simbolico».3 Da ciò risulta «l'elaborazione degli elementi del sistema di segni, la loro costruzione e il loro 'signi-ficato' per 'emittenti' e 'destinatari'».4
Per un primo approccio alla comprensione delle religioni dell'Oriente antico è utile la distinzione tra religioni primarie e religioni secondarie.5 Le religioni primarie forniscono le strutture ordinatrici del cosmo intero nelle quali sono inclusi il rapporto tra gli uomini e gli dèi, così come le relazioni reciproche tra gli dèi e tra gli uomini. In altre parole, tutto l'ordinamento cosmico, politico e sociale nonché la condotta che su di esso poggia sono fondati su questo tipo di religione. Non si dà quindi alcun conflitto di lealtà tra regalità e stato da una parte e gli dèi dall'altra, perché il re è il rappresentante degli dèi. Né c'è una distinta fede negli dèi. Le religioni secondarie si distinguono da quelle primarie perché pongono in primo piano la relazione con dio alla quale l'ordinamento politico e sociale si conforma. Questo tipo di religione può quindi essere critico verso la cultura o il potere stabilito, con la conseguenza che possono ingenerarsi conflitti di lealtà tra l'obbedienza a dio e l'obbedienza al re. Le religioni secondarie sono religioni confessionali.
Nel Vicino Oriente antico e in Egitto le religioni sono di norma primarie. Le religioni della Siria-Palestina non fanno eccezione a tale norma. Religioni di tipo secondario si svilupparono temporaneamente in Egitto durante l'età di el-Amarna e, per le religioni della Siria-Palestina, in Giuda dopo la caduta del regno nel 586 a.c. Gli elementi che favorirono questo sviluppo furono sia le tensioni politiche interne in Israele, che venivano riprese dalla profezia con una critica cultuale e sociale, sia gli interessi dei teologi deuteronomistici. Questo sviluppo verso una religione di tipo secondario continuò durante l'età persiana ed ellenistica.6 Anche il primo cristianesimo, in quanto religione secondaria, contrappose la religione alla cultura e allo stato.
La relazione tra religioni primarie e secondarie non deve comunque essere vista come statico susseguirsi di una situazione all'altra. Anche in una religione secondaria si trovano sempre tendenze a tornare allo stato di religione primaria o a conservare elementi di una religione primaria.
Un altro tratto specifico delle religioni primarie del Vicino Oriente antico di cui ci si occuperà in questo volume, è che si tratta di religioni politeistiche. Queste non possono essere ridotte a semplice addizione di diversi dèi e dee, tanto più che nelle religioni politeistiche dèi e dee non sono affatto il punto centrale della religione. «Mettendo al centro la questione delle concezioni di dio si giunge a una categoria classificatoria per la comprensione dei diversi tipi di religione che, traendo origine da un modo di vedere teologico (monoteistico), non consente affermazioni sulla 'visione interna' teologica delle religioni classificate (come politeistiche). Lo schema politeismo-rnonoteismo risulta quindi un modello del tutto inadeguato per la ricerca storico-religiosa delle cosiddette religioni politeistiche, perché metodologicamente esclude fin dall'inizio l'accesso a un'analisi dell'immagine che le religioni, valutate con questo tipo di parametro, avevano di se stesse».7 Le caratteristiche delle religioni politeistiche accennate all'inizio hanno mostrato che queste sono da intendere come sistemi interpretativi, ad esempio riguardo alla conservazione del cosmo. Solamente nel contesto di un simile sistema interpretativo si attribuiscono alle divinità i rispettivi ruoli.8

Per «contesto dell'Israele antico» si potrebbe genericamente intendere la mezzaluna fertile, e una tale concezione porrebbe unicamente in primo piano le religioni della Mesopotamia, dell' Anatolia e dell'Egitto come religioni dominanti.
Si sta tuttavia facendo chiaro che un simile modo d'intendere la mezzaluna fertile raggrupperebbe culture differenti come quella dell'Egitto, della Mesopotamia, della Siria-Palestina e dell' Anatolia e ne trascurerebbe affrettatamente le differenze. In questi ultimi anni si è quindi focalizzata meglio l'attenzione sui particolari, e ci si è chiesto «se sul piano culturale e religioso nell'antichità non sia esistito, oltre alla mezzaluna con i suoi elementi comuni, anche una sorta, in certo senso in controtendenza, di semicerchio del Levante attorno al Mediterraneo orientale e settentrionale, che estendendosi dalla Palestina alla Grecia abbia sviluppato concezioni mitologiche e pratiche cultuali sue proprie».9
Le particolarità del semicerchio del Levante si fondano sulle caratteristiche geoclimatiche di questa zona che, contrariamente alle culture fluviali di Mesopotamia ed Egitto, erano determinate dalla coltivazione pluviale. Quanto alla religione, ne risulta così una prevalenza di dèi della tempesta e una particolare insistenza su monti e sorgenti.10
A ciò si aggiungano le comuni caratteristiche politiche e religiose, poiché la Siria e la Palestina non dominarono mai l'Oriente antico ma rimasero sempre divise in piccoli stati sotto il dominio anatolico, mesopotamico o egiziano.
In sostanza nessun ricercatore è in grado di illustrare le religioni presenti nel semicerchio levantino che si estende dall'Ellade alla Palestina. Il percorso adottato in questo volume per accedere alle religioni del contesto dell'Israele antico suggerisce di limitarsi alle religioni che si presentano geograficamente e cronologicamente nelle vicinanze d'Israele e di Giuda e che con Israele e Giuda sono linguisticamente connesse. In questo modo si arriva alle religioni documentate nelle fonti epigrafiche e nei manufatti artistici semitici nordoccidentali delle popolazioni ugaritiche, fenicie, aramaiche, filistee, safaite, ammonite, moabite, edomite e nabatee che sono strutturalmente molto vicine a Israele e Giuda. Altri importanti centri religiosi potranno essere menzionati soltanto marginalmente. Per quanto rigu