Bibbia E Parola 430

BIBBIA E PAROLA DI DIO

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Descrizione
Autore: ANTONIO MARIA ARTOLA - JOSÈ MANUEL SÀNCHEZ CARO
Formato:  15 X 23
Pagine: 383
Anno: 1994
Editore: PAIDEIA EDITRICE

foto non disponibile L'Autore Antonio Marìa Artola , è nato il 01 Novembre 1929 in Spagna. Dottorato di ricerca sulla Bibbia dal Pontificio Istituto Biblico. Professore emerito presso l'Università di Deusto (Bilbao, Spagna). Attualmente professore presso l'Istituto Teologico di Lima. Insegna "Teologia della Inspiration" all'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum "corso di teologia dogmatica.
Josè Manuel Sanchez Caro,...

BIBBIA E PAROLA DI DIO


RETROCOPERTINA

Oggetto del secondo volume di questa Introduzione e la Bibbia che la Chiesa cattolica considera come libro sacro e normativo, parola umana e parola di Dio. Nella prospettiva aperta dal Vaticano II, in particolare la costituzione Dei Verbum viene qui illustrato che cosa significhi considerare la Bibbia come parola di Dio, per quali vie essa si sia costituita come libro normativo ecclesiale (il problema del canone nel suo sviluppo storico e nel suo significato teologico), che cosa si debba intendere con la nozione di ispirazione e quale sia la verità della Sacra Scrittura.
Dall'esame di questi temi, che insieme costituiscono quella che solitamente è denominata introduzione generale alla Scrittura, si passa poi all'esposizione dei principi e ermeneutici e delle metodologie esegetiche da cui oggi non può prescindere chi si accosti al testo biblico.
Per la sua forma sempre efficace, questa nuova Introduzione allo studio della Bibbia si propone non solo come un manuale per le facoltà teologiche e ogni altro istituto di livello universitario, ma anche come opera di consultazione per chiunque desideri un’informazione di base aggiornata sui problemi cui si trova di fronte lo studio della vita.

INTRODUZIONE

1. Cos'è la Bibbia per il credente

Nel primo volume dell'Introduzione allo studio della Bibbia sono state presentate le conoscenze necessarie per accostarsi alla Bibbia con un certo rigore scientifico. Quindi, senza mai prescindere da una prospettiva cristiana, sono stati principalmente analizzati gli aspetti specifici di quello che è innanzitutto il libro o l'insieme di libri che chiamiamo Bibbia. Ma essa è per il credente, ebreo o cristiano, qualcosa di più che un libro antico e interessante. Per il concilio Vaticano II, «nei sacri libri il Padre, che è nei cieli, si rivolge con amore ai suoi figli e parla con essi» (DV 2I). Con queste parole la costituzione dogmatica sulla Divina Rivelazione riprende una costante convinzione presente nella chiesa cattolica sin dalle sue origini: la Bibbia è parola di Dio rivolta ai suoi figli, gli uomini. Ma in che modo la Bibbia è parola di Dio? Perché ascoltiamo la parola di Dio proprio in alcuni determinati libri, quelli che formano e compongono la Bibbia? Qual è il ruolo di Dio e quale quello umano nella composizione di questi libri? Come possono coesistere i due autori? Quali conseguenze provoca tutto ciò rispetto a una lettura e a un'appropriata interpretazione della Bibbia nell'ambito della chiesa?
La risposta a questi interrogativi, da cui dipende gran parte della scienza biblica e naturalmente qualsiasi ulteriore riflessione teologica, è lo scopo del II volume della nostra Introduzione. Il lettore vi troverà un netto mutamento metodologico rispetto al precedente. Mentre nel vol. I (La Bibbia nel suo contesto) predomina il metodo storico e filologico, proprio delle scienze storiche e letterarie, in questo si adotterà soprattutto il metodo teologico. È pur vero che avremmo potuto studiare la Bibbia con una metodologia puramente positiva, nella linea della storia comparata delle religioni, che la considera il più importante dei «libri sacri» dell'umanità; avremmo potuto anche applicare l'ottica della fenomenologia della religione, la quale indaga le strutture documenta bili che condizionano la comparsa della parola e dei libri sacri fra i popoli, descrivendone fenomenologicamente la genesi. Ciononostante, in questo volume utilizzeremo principalmente il metodo teologico, che è un approccio altrettanto scientifico alla Bibbia, considerata dalla fede della chiesa cattolica come libro sacro e normativo, parola di Dio e parola umana trascritta, alla ricerca di un'assimilazione razionale e di una ragionevole comprensione delle verità professate dal credente. Di conseguenza, la domanda cui cerca di rispondere il nostro libro, che ha la pretesa di fungere da manuale scolastico, potrebbe essere formulata così: che cos'è la Bibbia per il cristiano cattolico?

2. Qualche osservazione storica

La parte della scienza biblico-teologica che tradizionalmente si è posta i quesiti precedentemente accennati, cercando di dar loro una risposta, si chiama «introduzione generale alla Sacra Scrittura». In quanto scienza è abbastanza moderna. Senza dubbio, già sin dagli ultimi tempi dell'A.T., la Bibbia fu oggetto di studi più o meno tecnici che preparavano il lettore o l'ascoltatore della parola a una miglior comprensione della stessa. Ciò nonostante, l'espressione «introduzione alla Sacra Scrittura» e i contenuti di tale preparazione scientifica risalgono all'epoca cristiana. L'originario impiego dell'espressione viene attribuito al monaco Adriano, nel sec. XI, benché, forse, vada considerato come primo realizzatore di una «introduzione» vera e propria Cassiodoro con l'opera Divinarum litterarum institutio (cfr. PL 70, II22). Padre e precipuo strutturatore di questa specialità viene comunque ritenuto il domenicano Sisto da Siena, che pubblica a Venezia nel 1566, pochi anni dopo la conclusione del concilio di Trento, la sua Bibliotheca Sancta. Con quest'opera dette origine alla trattazione scientifica dell' «introduzione alla Sacra Scrittura», segnalandone soprattutto l'oggetto materiale, cioè il canone o insieme dei libri biblici normativi, con cui veniva a definire lo stretto ambito della scienza biblica. Da quest'oggetto materiale così determinato si articolarono poi altre questioni, specialmente quelle relative al testo, alle traduzioni della Bibbia e ai criteri della sua interpretazione. Le conoscenze bibliche così ordinate avevano soprattutto un fine teologico: contribuire a una miglior comprensione dei contenuti biblici.
Solo nel sec. XIX, tuttavia, l'introduzione generale alla Scrittura assunse la struttura impostasi poi fino ai nostri giorni. La pubblicazione del volume programmatico del Cursus Scripturae Sacrae di Cornely concorse a creare un modello. Le questioni ivi trattate erano l'ispirazione, l'inerranza biblica, il canone, il testo e le sue versioni, l'ermeneutica della Bibbia. Con la sistematica dell'introduzione generale si configurava all'interno dell'enciclopedia teologica un ambito di sapere dotato di una certa autonomia, quello delle scienze bibliche, che sfociano nell'esegesi.
Ma il tentativo del Cursus di Cornely trovò una diretta opposizione nell'opera del contemporaneo A. Loisy, anch'egli impegnato nella sistemazione dell'introduzione generale, sebbene in un'ottica diametralmente opposta. Loisy intendeva organizzare una scienza biblica pienamente autonoma rispetto alla teologia dogmatica, elaborare una «bibliologia- sottoposta unicamente alla ragione storica. Il magistero della chiesa e la teologia cattolica respinsero però tali pretese d'indipendenza. Per questo le introduzioni generali della prima metà del sec. xx conservano intatta la loro struttura e l'usuale indice dei temi già elencati. D'altra parte questo mezzo secolo fu caratterizzato dal progressivo diffondersi di un generale dibattito durato fino all'epoca del Vaticano II. Fra le discussioni del momento circa gli eventuali errori della Bibbia, tutti i trattatisti di propedeutica o d'introduzione biblica, indipendentemente dalla loro appartenenza culturale, adottarono il medesimo programma apologetico, basato sulla difesa dell'inerranza della Scrittura. Partendo da questo primo postulato tutte le principali tematiche presenti nell'introduzione generale vennero influenzate dal desiderio di preservare la Bibbia da ogni errore. Soprattutto lo studio dell'ispirazione e dell'ermeneutica biblica fu condizionato da questo interesse dominante.
Gli studi di Loisy non caddero, tuttavia, nel vuoto. Una irnportantissima conseguenza delle sue proposte bibliche, generalmente adottate dalla corrente teologica denominata modernismo, fu la rilevanza sempre maggiore attribuita alla critica. Negli anni posteriori al concilio Vaticano II è stata notevole la prevalenza dei metodi critici. Attualmente si può dire che la scienza biblica è caratterizzata da propri metodi scientifici, rigorosamente critici. Oggi, infatti, la scienza biblica si sta configurando come dimensione critica dell'approccio alla parola di Dio. Evidentemente questa situazione presenta i suoi pro e i suoi contro. Funge da esempio tipico di tale stato di cose la struttura data alla grande introduzione francese allo studio della Sacra Scrittura, essa pure intitolata Introduzione critica all'A.T. Introduzione critica al N.T. (Barcelona 1981-1983; in tr. it. solo Introduzione al Nuovo Testamento, Roma 1977-1990)' Benché contenutisticamente eccellente, gli autori non hanno presentato la sistematica seguita nell'affrontare i problemi classici dell'introduzione generale, che dovrebbe costituire il I volume e di cui attendiamo la pubblicazione da quasi quindici anni. Nonostante questo e altri esempi, non è lecito nutrire dubbi circa la legittimità della critica biblica in quanto tale, poiché la costituzione dogmatica sulla Divina Rivelazione (DV 12,19) ne ha definitivamente reso ufficiale l'impiego negli studi biblici. Tuttavia, questa legittimità esige come complemento una chiara delimitazione dell'ambito di esercizio della critica biblica e del suo metodo più adeguato, giacché la parola di Dio rappresenta un oggetto estremamente singolare.
E così, per il teologo e in genere per qualunque cristiano, la critica biblica, lungi dall'essere un'istanza assoluta e ultima, esprime semplicemente la funzione razionale all'interno stesso della fede alla ricerca del senso autentico degli enunciati biblici. E precisamente all'introduzione generale spetta il compito di stabilire i limiti e i criteri ermeneutici dello studio critico, storico ed esegetico della Bibbia. Questo è il compito del presente studio.

3. Alla ricerca di un principio unificante

Da quando l'introduzione generale cominciò a essere oggetto di trattazione autonoma, si pose il problema di ricercare un principio in grado di unificare il suo modo di affrontare la Scrittura. Tralasciando le impostazioni del sec. XVI, che consideravano la Bibbia come il primo luogo teologico o regola di fede, il problema assunse agli inizi del nostro secolo uno speciale interesse. La discussione si incentrò, soprattutto, sul fatto se il giusto punto di partenza fosse il concetto dell'ispirazione o, più concretamente, quello di Dio autore della Scrittura. Attualmente la promulga zione della costituzione Dei Verbum ha imposto, relativamente alla Scrittura, una visione più ampia e più prossima al dato di fede: è l'idea della parola di Dio. In questa introduzione viene seguito l'itinerario tracciato dal Vaticano II.
Il concetto di parola di Dio possiede, infatti, notevoli vantaggi per lo svolgimento del nostro compito. Innanzitutto elimina la divergenza fra parola scritta e parola trasmessa dalla tradizione. Ciò rende possibile uno studio diretto della Bibbia nella sua doppia versione, orale e scritta. In effetti, i concetti di ispirazione, Scrittura, Dio autore esprimono un rapporto soltanto con il momento della fissazione per iscritto. E dunque, uno studio della Sacra Scrittura in quanto tale - parola scritta - esige un previo chiarimento circa ciò che s'intende per parola di Dio, giacché la Scrittura è una semplice modalità di tale parola.
Quanto detto sin qui chiarisce la ragione del titolo di questo II volume: Bibbia e parola di Dio e costituisce, al tempo stesso, il filo conduttore di tutto il nostro studio. In primo luogo, quindi, analizzeremo che cosa significa considerare la Sacra Scrittura come parola di Dio (parte prima: «La Bibbia, parola di Dio»). Poi individueremo i libri concreti nei quali incontriamo la parola di Dio, norma di fede e di vita per il cristiano (parte seconda: «Il canone della Bibbia»). In seguito studieremo come la Bibbia può essere al tempo stesso parola di Dio e parola umana affidata allo scritto (parte terza: «L'ispirazione biblica»). Si prenderà poi in esame una delle più rilevanti qualità della Scrittura ispirata, la sua verità (cap. IX: «La verità della Bibbia»). Ebbene, tutto questo produce i suoi effetti tanto nell'atto interpretativo della Bibbia (parte quarta: «Errneneutica biblica»; con il cap. XIII: «Metodologia biblica esegetica»), quanto nel suo ruolo per la vita della chiesa (cap. XIV: «La Bibbia nella vita della chiesa»). Si tratta, insomma, di fornire una visione sostanzialmente completa di quel che è e significa la Bibbia per il cristiano.

4. Introduzione allo studio della Bibbia

Dopo questa premessa, occorre chiarire che con l'espressione «introduzione alla Bibbia» vengono indicate due cose diverse e complementari. In primo luogo vi è una scienza, strutturata con una certa autonomia ed ufficialità, che riceve il nome di «introduzione generale alla Scrittura» e studia preferibilmente, come abbiamo già spiegato, gli aspetti teologici della Bibbia. Questa introduzione viene definita generale perché affronta gli aspetti comuni a tutti i libri della Scrittura. Accanto ad essa vi sono le «introduzioni speciali». L'aggettivo speciali significa che esse concernono solo lo studio di problemi concreti di una serie di libri (il Pentateuco, i libri profetici, quelli sapienziali ecc.) o di un solo libro (l'introduzione al libro d'Isaia, al vangelo secondo Giovanni, a un'epistola di Paolo ecc.). Questi aspetti concreti sono oggetto di studio nei volumi successivi della nostra introduzione.
Nella nostra opera si prescinde dalla terminologia classica di «introduzione generale alla Scrittura» e si adotta il titolo di «introduzione allo studio della Bibbia». Come si vede, il concetto d'introduzione, usato con questa nuova definizione, è più vasto di quello precedente e investe tutte le conoscenze preliminari necessarie a una lettura scientifica e credente della Scrittura. I capitoli dedicati a ognuno dei dogmi biblici, sviluppati nelle opere classiche d'introduzione generale, assolvono una funzione propedeutica alla lettura credente della Scrittura. Vengono altresì introdotti adeguati supporti tecnici tali da offrire migliori possibilità di studio della Sacra Scrittura, oltre a introduzioni speciali a ogni libro e a ogni gruppo di libri.
All'interno di un'opera così concepita i primi due volumi affrontano più direttamente i temi dell'introduzione classica. Il volume I offre una sorta di compendio enciclopedico biblico, contenente le nozioni indispensabili di geografia e archeologia, la storia del popolo di Dio e le sue istituzioni, la sua religione e la sua letteratura, la tradizione testuale della Scrittura e un conciso disegno della Bibbia nella storia italiana. Il presente volume ingloba soprattutto gli aspetti teologici relativi alla Bibbia: la sua realtà di parola di Dio, il canone biblico, l'ispirazione, la verità della Scrittura, l'ermeneutica e la metodologia esegetica oltre all'incidenza della Bibbia nella vita della chiesa.

5. Complementi termino logici

Per facilitare al lettore la comprensione dei riferimenti costantemente adottati a partire da questo momento, introduciamo qui alcune brevi note riguardanti i nomi con cui è designata la Bibbia e il numero dei libri biblici e delle loro suddivisioni.

a) I nomi della Bibbia

La più antica designazione della Bibbia è quella di libro, frequentemente riscontrabile nell' A.T. per definire gli scritti concreti che la compongono.
Questo nome viene usato per la prima volta in Dan. 9,2 per indicare l'insieme dell' A.T. Il medesimo termine, tradotto in greco, si trova applicato all'insieme delle Scritture dell'A.T. in 2 Macc. 8,23, ma accompagnato dall'aggettivo qualificativo sacro.
Il diminutivo neutro della parola greca biblos, cioè la forma biblion (libretto, opuscolo), è stata l'espressione più generalizzata come nome globale della Scrittura. Con il qualificativo santi, al plurale, è documentato per la prima volta in I Macc. 12,9. Mantiene la sua forma di plurale neutro, già latinizzato, nella traduzione latina Volgata (biblia) e, infine, diviene il femminile singolare delle lingue moderne (la Bibbia).
Nel T.M. non appare mai l'espressione scrittura, riscontra bile per la prima volta nella traduzione greca dei LXX (I Cron. 15, 15; 2 Cron. 30,5; Esd. 6,18). È, invece, il nome più generalizzato nel N.T. come denominazione di tutto l'A.T. Alcune volte appare al singolare, la scrittura (Rom. II,2; Gai. 3,8-22 ecc.); altre al plurale, le scritture (Mt. 21,42; 26,54; Mc. 14,49; Le. 24,27.32.45; Gv. 5,39; Rom. 15,4; 16,26; I Coro 15,3-4). In certe occasioni viene loro aggiunto il qualificativo di sante (Rom. 1,2), sacre (2 Tim. 3,15), ispirate (2 Tim. 3,16).
Infine, un altro termine utilizzato dal N.T. è testamento, in greco diatheke (2 Coro 3,14). Ricorre, inoltre, l'espressione lettere (2 Tim. 3,15).
Più arbitraria è stata la titolazione di ogni singolo libro sacro. Gli ebrei si servirono delle prime parole di ogni scritto, pratica ripresa più tardi dalle encicliche papali; b'reiit «al principio», designa pertanto il primo libro della Bibbia. La traduzione greca dei LXX inizia a designare i libri sacri con i nomi propri tramandati sino a noi, come Genesi, Esodo ecc.

b) Numero e suddivisioni dei libri della Bibbia

La prima grande suddivisione della Bibbia cristiana è quella fra Antico Testamento e Nuovo Testamento. L'A.T. è l'erede della Bibbia ebraica. Il N.T. è la letteratura canonica dei primi anni cristiani.
Gli ebrei distribuirono le Scritture in tre grandi gruppi: Legge, Profeti e Scritti, la Legge o Torà comprende Genesi, Esodo, Levitico, Numeri e Deuteronomio. I Profeti o N'bi'im si suddividono in anteriori e posteriori. Il primo gruppo comprende Giosuè, Giudici, 1.2 Samuele e 1.2 Re; il secondo Isaia, Geremia, Ezechiele, Osea, Gioele, Amos, Abdia, Giona, Michea, Naum, Abacuc, Sofonia, Aggeo, Zaccaria, Malachia. Il gruppo degli Scritti o K'tubim è composto da Salmi, Giobbe, Proverbi, Rut, Cantico dei cantici, Ecclesiaste, Lamentazioni, Ester, Daniele, Esdra, Neemia e 1.2 Cronache. Tutti insieme costituiscono la Bibbia ebraica, solitamente denominata, a partire dalle iniziali ebraiche dei tre gruppi, TaNaK.
Pure i manoscritti della traduzione greca dei LXX, benché con varianti, distribuiscono normalmente i libri dell'A. T. in tre gruppi, ma seguendo criteri diversi da quelli utilizzati per la Bibbia ebraica. Il primo gruppo, chiamato in generale Legge e Storia, comprende Genesi, Esodo, Levitico, Numeri, Deuteronomio (che compongono il Pentateuco), Giosuè, Giudici, Rut, 1.2 Samuele, 1.2 Re, 1.2 Cronache, Esdra, Neemia, Ester, Giuditta, Tobia, 1.2 Maccabei. Il gruppo seguente, denominato Poetici, comprende Salmi, Proverbi, Ecclesiaste, Cantico dei cantici, Giobbe, Sapienza, Ecclesiastico. Il terzo gruppo, infine, i Profeti, contiene Osea, Amos, Michea, Gioele, Abdia, Giona, Naum, Abacuc, Sofonia, Aggeo, Zaccaria, Malachia, Isaia, Geremia, Baruc, Lamentazioni, Ezechiele e Daniele.
Come si può vedere, le due classificazioni non coincidono né nel numero di libri né nell'ordine secondo il quale sono stati selezionati.
Fra i cattolici, il raggruppamento dei libri venne definitiva mente raggiunto nell'edizione postridentina della Volgata, che li distribuì in tre categorie, sia per l'A.T. sia per il N.T.: Storici, Didattici e Profetici. In totale sono 46 dell' A.T., suddivisi in 21 storici (Genesi, Esodo, Levitico, Numeri, Deuteronomio, Giosuè, Giudici, Rut, 1.2 Samuele, 1.2 Re, 1.2 Cronache, Esdra, Neemia, Tobia, Giuditta, Ester, 1.2 Maccabei), 7 didattici (Giobbe, Salmi, Proverbi, Ecclesiaste, Cantico dei cantici, Sapienza, Ecclesiastico) e 18 profetici (Isaia, Geremia, Lamentazioni, Baruc, Ezechiele, Daniele, Osea, Gioele, Amos, Abdia, Giona, Michea, Naum, Abacuc, Sofonia, Aggeo, Zaccaria, Malachia). Il N.T. è composto, dal canto suo, da un totale di 27 libri, suddivisi in 5 storici (Matteo, Marco, Luca, Giovanni, Atti degli Apostoli), 21 didattici (Romani, 1.2 Corinti, Galati, Efesini, Filippesi, Colossesi, 1.2 Tessalonicesi, 1.2 Timoteo, Tito, Filemone, Ebrei, Giacomo, 1.2 Pietro, 1.2.3 Giovanni, Giuda) e uno profetico (Apocalisse).
Queste suddivisioni, solitamente adottate nelle diverse edizioni a stampa della Bibbia, a seconda di quale dei tre criteri esse riproducano, non presuppongono affatto e in nessun caso una presa di posizione sul genere letterario dei libri e hanno, soprattutto, un valore storico.
Rispetto alle articolazioni interne dei libri, si è oggi universalmente adottata la suddivisione di ogni libro biblico in sezioni chiamate capitoli, composti a loro volta da altre unità minori denominate versetti. Questa suddivisione, di origine cristiana, non possiede un fondamento scientifico. L'articolazione in capitoli risale a Stephan Langton, cancelliere dell'università di Parigi e arcivescovo di Canterbury (t I228). La suddivisione in versetti si deve all'ebreo convertito, poi domenicano, Sante Pagnini.
Nel 1528 questi pubblicò l'intera Bibbia, tradotta in latino dalle lingue originali. In questa edizione introdusse la suddivisione di tutta la Scrittura in versetti. Per l'A. T. si attenne all' antica tradizione giudaica, che aveva già distinto il testo biblico in brevi sezioni, come sappiamo dalla Mishna (sec. II). Gli scribi avevano inoltre indicato, alla fine di ogni libro, il numero esatto di tali divisioni. Partendo da questa base, Pagnini suddivise in versetti il testo dell'A.T. Ma questa soluzione non si impose. L'attuale divisione di tutto l'A.T. risale all'edizione latina della Bibbia curata da Robert Estienne (Stephanus) nel I 5 5 5. Egli utilizzò l'edizione di Pagnini per i libri della Bibbia ebraica e ne elaborò una propria per i rimanenti libri dell' A.T. Per il N.T. adottò quella da lui stesso approntata nel I5 SI per l'edizione greca del N.T. Queste divisioni cristiane, introdotte per il testo latino della Volgata, si sono poi generalizzate perfino per le edizioni critiche dell' A.T. e del N.T. nelle loro lingue originali, e per le loro traduzioni in altre lingue.

BIBBIA E PAROLA DI DIO - INDICE




Indice del volume

Sommario

Abbreviazioni e sigle

Introduzione

1. Cos'è la Bibbia per il credente
2. Qualche osservazione storica
3. Alla ricerca di un principio unificante
4. Introduzione allo studio della Bibbia
5. Complementi termino logici
a) I nomi della Bibbia
b) Numero e suddivisioni dei libri della Bibbia
6. Bibliografia generale

Parte prima
LA BIBBIA, PAROLA DI DIO Antonio Maria Artola

Capitolo I
Bibbia e parola di Dio

I. La parola di Dio nell'Antico Testamento
1. Efficacia della parola e origine divina
2. Principali forme della parola di Dio nell' Antico Testamento
a) L'oracolo profetico
b) La parola normativa
c) La storia
d) La creazione
e) La sapienza
3. Parola pronunciata, parola trasmessa, parola scritta
4. Verità, rivelazione, norma, come proprietà della parola

II. La parola di Dio nel Nuovo Testamento
1. La Scrittura dell'Antico Testamento
a)Da «i libri» a «Ìa Scrittura»
b)L'Antico Testamento come parola di Dio viva e attuale
2. Il messaggio cristiano come parola di Dio
a) Parola di Dio, parola del Signore, parola
b) Cristo come parola di Dio
3. La Scrittura dell'Antico Testamento come parola di Dio

III. Santità della Scrittura e parola di Dio
1. «libri santi»
2. Consacrazione e parola di Dio
3. La Scrittura come parola di Dio
4. La parola di Dio nella proclamazione liturgica
5. Riepilogo

IV. Bibliografia commentata

Parte seconda
IL CANONE DELLA BIBBIA - José Manuel Sdnchez Caro

Capitolo II
Il canone biblico

I. Impostazione della problematica
1. Chiarimenti terminologici
a) Sacra Scrittura
b) Canone, norma, normatività
c) Libri canonici, deuterocanonici e apocrifi
2. La letteratura canonica delle religioni del libro
3. Il canone biblico tra ebrei, protestanti e ortodossi
4. I libri canonici nella chiesa cattolica
5. Lo studio teologico del canone

II. Il. Formazione di una coscienza canonica nella Scrittura
1. Nascita e sviluppo di una coscienza canonica nell' Antico Testamento
2. Nascita e sviluppo di una coscienza canonica nel Nuovo Testamento
3. Tentativo di visione d'insieme

Capitolo III
La formazione del canone biblico

I. La formazione del canone dell'Antico Testamento
1. Il canone della Bibbia ebraica
2. Il canone cristiano dell'Antico Testamento

II. La formazione del canone del Nuovo Testamento
1. Primi dati: il periodo apostolico
2. La tradizione subapostolica fino al 150 circa
3. La decisiva seconda metà del secolo n
4. Il canone del Nuovo Testamento nei secoli III e IV
5. Fattori che contribuirono all'elaborazione del canone del Nuovo Testamento

Capitolo IV
Riflessione teologica sul canone

I. Il problema teologico del canone
1. La fondazione del canone nella teologia protestante
a) Il contenuto evangelico del Nuovo Testamento
b) L'autopistia della Scrittura
c) L'autorità della chiesa apostolica
d) Alcune osservazioni critiche
2. Il contributo della teologia orientale
3. Tentativi cattolici di fondazione teologica del canone
4. Criteri del canone e fondamento teologico
a) Cristo, il punto di riferimento
b) I criteri di canonicità
c) L'apostolicità come criterio articolante
d) La Scrittura e lo Spirito
e) Il canone della Scrittura e la chiesa
f) Conclusione

II. Questioni aperte
1. Esistenza di altri libri sacri non canonici?
2. Valore dei libri apocrifi
3. Relazione fra canone biblico e testo canonico
4. Il canone come contesto ermeneutico
5. Una questione metodologica

III. Appunti per una storia della ricerca
1. Il canone dell'Antico Testamento
a) Le discussioni nel XVI secolo e l'ipotesi tradizionale
b) Nuovo consenso nel XIX secolo
c) La ricerca storica attuale
d) Nuove linee d'indagine
2. Il canone del Nuovo Testamento
a) Le discussioni del XVI secolo
b) La ricerca protestante fino alla metà del xx secolo
c) La ricerca cattolica fino al xx secolo
d) Orizzonti della ricerca attuale

IV. Bibliografia commentata

Parte terza
L'ISPIRAZIONE BIBLICA Antonio Maria Artola

Capitolo V
La Bibbia come libro di fede

I. Genesi dell' Antico Testamento
1. L'evento fondante
a)L'evento e la sua rivelazione
b) La parola del patto e della legge
c) Efficacia delle parole fondanti
2. Dalle parole fondanti ai nuclei ispirati
3. L'Antico Testamento come parola di fede
a) Il carismatico della parola
b) Lo Spirito ispiratore
4. L'Antico Testamento come Scrittura ispirata

II. Formazione del Nuovo Testamento
1. La rivelazione del Padre in Gesù
2. La parola di fede agli albori del cristianesimo
a) La tradizione apostolica
b) Lo Spirito di Gesù
3. La Scrittura ispirata del Nuovo Testamento

III. L'autotestimonianza biblica
1. Significato e portata dell'autoreferenza biblica
2. Autoreferenza e ispirazione
3. Autoreferenza e verifica biblica
4. Autoreferenza e autopistia
5. Riepilogo

Capitolo VI
Il dogma dell'ispirazione

I. La dottrina dei concili
1. Dalle origini al Vaticano I
2. Il concilio Vaticano I
3. Dal Vaticano I al Vaticano II
4. La Dei Verbum

II. L'aspetto vincolante dell'insegnamento conciliare

Capitolo VII
La natura dell'ispirazione

I. La Scrittura nei disegni di Dio
1. La decisione divina di comporre la Scrittura
2. L'elezione degli autori ispirati
3. Le proprietà della futura Scrittura
4. L'attribuzione della Scrittura a Dio
5. La Trinità all'origine della Scrittura

II. Lo Spirito ispiratore
1. Il momento della rivelazione
2. Il momento dell'espressione
a) Genesi della parola ispirata
b) Peculiarità del linguaggio di fede
3. Espressione di fede e consacrazione della parola

III. La Scrittura ispirata
1. La tradizione ispirata
a) Il linguaggio di fede primordiale
b) La parola sapienziale
2. L'opera ispirata
a) La Scrittura
b) Il testo
c) La traduzione
3. La lettura ispirata
4. L'ispirazione biblica

IV. Questioni aperte
1. Indole comunitaria dell'ispirazione
2. Chi degli autori era ispirato?
3. Un testo di origine merarnente umana può divenire Scrittura?
a) Le citazioni bibliche
b) L'appropriazione di uno scritto intero
4. Ispirazione biblica nel tempo della chiesa

Capitolo VIII
La teologia dell'ispirazione nel corso dei secoli

I. La rivelazione profetica
1. La mantica ellenistica
2. La patristica
3. I maestri arabi ed ebrei del Medioevo
4. Il sistema scolastico
a) La profezia
b) L'ispirazione
c) La causa strumentale

II. Dalla rivelazione all'ispirazione
1. L'interesse per il libro ispirato
2. Il dettato divino
3. L'ispirazione reale
4. Dal XVI secolo al Vaticano II
a) I successori di Lessius
b) L'ispirazione come carisma d'inerranza
c) La Bibbia come fenomeno di linguaggio
d) Alcuni apporti protestanti
e) Prospettive

Capitolo IX
La verità della Bibbia

I. La verità della Bibbia come problema
1. Modelli diversi di verità
a) La verità in Grecia e nel mondo semitico
b) La verità cristiana
2. I conflitti con la verità della Bibbia
a) Lo scandalo cristiano
b) La verità della Bibbia fino al XVI secolo
c) I conflitti tra la Bibbia e la scienza nell'Evo Moderno
d) L'intervento di Leone XIII
e) I «generi letterari»
f) La Bibbia, libro per la salvezza

II. Natura della verità biblica
1. Il complesso mondo della verità
2. La verità della Bibbia secondo la Dei Verbum

III. Verità della Scrittura e scienza biblica
1. Senso e verità degli enunciati biblici
2. Verità biblica e verificazione
3. Livelli della verità biblica

IV. Questioni aperte
1. Ispirazione e verità della Bibbia
2. Verità e canone
3. Il soggetto della verità biblica
4. I gradi di affermazione biblica
5. La natura propria della verità biblica

V. Bibliografia commentata


Parte quarta
ERMENEUTICA BIBLICA E METODOLOGIA ESEGETICA José Manuel Sdnchez Caro

Capitolo X
L'interpretazione della Sacra Scrittura fino al xx secolo

I. Chiarimento termino logico
1. Ermeneutica
2. Esegesi
3. Interpretare, senso, verità
4. Attualità, attualizzazione, attuazione

II. L'interpretazione della Sacra Scrittura nella Bibbia stessa
1. La reinterpretazione dell' Antico Testamento al suo interno
2. La prima esegesi dell'Antico Testamento
3. L'interpretazione dell' Antico Testamento alla luce del Nuovo
4. La reinterpretazione del Nuovo Testamento al suo interno
III. L'interpretazione biblica dei Padri della chiesa

1. I primi due secoli
2. La scuola di Alessandria
3. L'esègesi antiochena
4. L'interpretazione della Bibbia in Occidente
5. Decadenza dell'esegesi patristica

IV. L'interpretazione biblica nel Medioevo
1. La lectio divina
2. La Bibbia nella scuola
3. L'allegoria: i quattro sensi
4. Bibbia e interpretazione della storia
5. La lectio scholastica

V. Rinascimento e riforma
1. L'Umanesimo
2. La riforma protestante
3. Trento e l'esegesi postridentina

VI. Razionalismo, Illuminismo e critica storica
1. Il razionalismo del XVII secolo
2. Bibbia e Illuminismo nel XVIII secolo
3. Il XIX secolo e la critica storica

VII. Dall'analisi dei generi al problema ermeneutico

VIII. Orientamenti bibliografici

Capitolo XI
Il problema ermeneutico e le scienze umane

I. Ermeneutica esistenziale
1. I precedenti filosofici
2. L'interpretazione esistenziale di R. Bultmann
3. La «nuova ermeneutica»

II. Ermeneutica storico-politica
1. Recupero della storia e dimensione politica
2. Bibbia e sociologia
a) I precursori
b) Il metodo sociologico
c) L' «esegesi sociologica» in senso stretto
d) L'esegesi socio-storica
e) Note critiche
3. Ermeneutica biblica nella teologia della liberazione
a) Caratteristiche generali
b) Gli autori
c) Riflessione critica

III. Ermeneutica e scienze umane
1. L'analisi strutturale o semiotica
2. P. Ricoeur: interpretazione dei simboli e mondo del testo
3. Psicanalisi e interpretazione dei testi biblici
4. Altre letture e metodi interpretativi
a) L'analisi stilistica
b) nL'analisi retorica
c) La lettura femminista della Bibbia

IV. Orientamenti bibliografici

Capitolo XII
L'ermeneutica cattolica della Bibbia

I. Orientamenti recenti del magistero della chiesa
1. Antecedenti del concilio Vaticano n
2. L'elaborazione della costituzione Dei Verbum

II. Ermeneutica della Bibbia: parola di Dio in linguaggio umano
1. Il punto di partenza: l'indole umano-divina della Scrittura
2. Il principio ermeneutico dell'intenzione dell'autore
3. Generi letterari e altri metodi
a) I generi letterari
b) I metodi storico-critici
c) Il contributo delle scienze umane
4. Un metodo di lavoro

III. Ermeneutica della Bibbia: la lettura «nello Spirito»
1. Il testo conciliare e i suoi precedenti
a) Un lungo cammino
b) Il testo definitivo
c) Il principio della lettura «nello Spirito»
3. Significato del principio,
1. Lo Spirito nel quale fu scritta
a) Prime osservazioni di Mons. Edelby
b) La Scrittura e la chiesa
c) Conseguenze ermeneutiche
4. Significato del principio,

II. Lo Spirito nel quale dev'essere letta e interpretata
5. Contenuto e unità di tutta la Scrittura
a) Contesto religioso e culturale dei libri biblici
b) Contenuto e unità della Bibbia nella riflessione patristica
c) Leggere la Scrittura nell'unica storia della salvezza
d) La prospettiva canonica
e) L'insieme letterario
6. La tradizione viva di tutta la chiesa
a) La tradizione e lo Spirito
b) Tradizione e Spirito secondo i Padri della chiesa
c) La tradizione come epiclesi della storia della salvezza
d) Tradizione e riflessione ermeneutica attuale
7. L'analogia della fede
a) Origine e significato di una formula
b) Il senso del mistero
c) L' «orizzonte» ermeneutico
8. Bibbia e magistero della chiesa
a) Scrittura, tradizione e magistero nel contesto della chiesa
b) La Sacra Scrittura affidata alla chiesa
c) Il ministero magisteriale
d) Modi diversi d'interpretare autenticamente la Scrittura
e) Il servizio dell'interprete e il magistero

IV. Ermeneutica biblica: attualizzazione della Scrittura
1. La problematica del senso cristiano dell' Antico Testamento
a) La lettura dell' Antico Testamento nella chiesa
b) La teoria dei sensi biblici
2. L'attualizzazione della Scrittura
a) Punto di partenza: la costituzione Dei Verbum
b) Riflessione ermeneutica

V. Questioni aperte

VI. Orientamenti bibliografici

Capitolo XIII
Metodologia biblica esegetica

I. Il testo
1. Testo e lettura del testo
a) Il testo, struttura e storia
b) Lettura sincronica, diacronica e attualizzante
2. Lettura del testo e metodologia esegetica

II. La fase preparatoria del testo
1. Fissazione del testo. La critica testuale
2. Strutturazione di superficie
a) Delimitazione di una pericope
b) Attenzione al contesto
c) Articolazione del testo
d) Lettura riflessiva
3. Traduzione e uso di traduzioni
a) La difficoltà di tradurre
b) Traduzione per equivalenza formale
c) Traduzione per equivalenza dinamica

III. La lettura sincronica del testo
1. Analisi morfologico-sintattica
a) Studio lessicale
b) Forme e funzioni
2. Analisi stilistica
3. Analisi semantica e semiotica
a) Analisi semantica del lessico
b) Analisi semantica di un testo
c) Analisi semiotica di un testo

IV. La lettura diacronica del testo
1. Critica letteraria
a) Finalità
b) Procedimenti
2. Analisi dei generi
a) Forme e generi letterari
b) Determinazione dei generi e delle forme letterarie
c) La situazione vitale
3. Analisi delle tradizioni
a) Trasmissione delle tradizioni
b) Tradizioni nell'Antico e nel Nuovo Testamento
c) Applicazione del metodo
4. Analisi della composizione
a) Redazione e redattori
b) Il metodo
c) Applicazione del metodo
5. Altri metodi complementari
V. L'interpretazione storica
1. La questione della storicità
2. Lettura storica dell'Antico Testamento
3. Lettura storica del Nuovo Testamento

VI. La lettura ermeneutica
1. Attualità e attualizzazione
2. L'interpretazione attuale della Scrittura
a) Comprensione del contenuto del testo
b) Comunicazione di quanto compreso
3. Attualizzazione del testo biblico
a) Dialogo con il testo
b) L'attenzione al testo
c) Il lettore e il suo pre-testo
d) Il contesto della lettura
e) Luoghi e metodi

VII. Strumenti per l'esegesi
1. Bibliografia sugli strumenti
2. Fonti bibliografiche
3. Edizioni della Bibbia
4. Lessici
5. Sinossi dei vangeli
6. Grammatiche
7. Concordanze
8. Dizionari ed enciclopedie
9. Apocrifi
10. Altri sussidi

Capitolo XIV
La Bibbia nella vita della chiesa

I. Bibbia e liturgia
1. La proclamazione della parola
2. Omelia e interpretazione della Scrittura
II. Sacra Scrittura e teologia
1. Note storiche
a) Il modello ermeneutico biblico e patristico
b) Il modello ermeneutico dogmatico e la frattura tra Bibbia e teologia
2. La Scrittura, anima della teologia secondo il Vaticano II
a) Antecedenti della costituzione Dei Verbum
b) La costituzione Dei Verbum
3. Un modello ermeneutico integratore

III. Bibbia e ministero della parola
1. La predicazione
2. La catechesi

IV. La lettura della Bibbia
1. La lettura della Bibbia nella chiesa
a) Una pratica raccomandata
b) Tempo di limitazioni
c) Un libro di nuovo aperto a tutti
2. La lettura della Bibbia in comunità e nei gruppi
a) Vantaggi, difficoltà e tipi di lettura comunitaria
b) Fattori da tenere in considerazione
c) La lettura integrista della Bibbia
d) Corsi e gruppi biblici popolari
3. La lettura spirituale della Bibbia
a) Quadro generale
b) La lettura spirituale della Bibbia
c) La lectio divina