ARTICOLI DI TUTTO IL NEGOZIO

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ARTICOLI DI TUTTO IL NEGOZIO (249)

VITA E MORTE DI MICHELE SERVETO


RISVOLTO COPERTINA

Studioso e medico spagnolo, testimone delle persecuzioni contro ebrei e musulmani, autore di un libro esplosivo dal titolo Gli errori della Trinità, Michele Serveto fu a lungo costretto a vivere sotto falso nome (Michel de Villeneuve) per sfuggire all'Inquisizione cattolica.
Quando però giungerà nella protestante Ginevra, verrà arrestato e bruciato in una pubblica piazza per ordine di Giovanni Calvino. Era il 27 ottobre 1553 e Serveto aveva 42 anni.
Il suo caso riecheggiò in tutta Europa, segnando l'inizio dell'idea moderna di tolleranza religiosa. Commentando ne la morte a distanza di pochi mesi, l'umanista francese Sebastiano Castellione scrisse le celebri parole: «Uccidere un uomo
non significa difendere una dottrina, ma solo uccidere un uomo».
Oggi Michele Serveto rappresenta uno dei simboli più vividi e drammatici della lotta per la libertà di pensiero, accanto a Giordano Bruno e Galileo Galilei. Le sue idee sull'uomo nato libero e innocente, sul mistero della divinità che è rigorosamente unitario, sono sopravvissute alla distruzione del suo corpo e dei suoi libri.
Questa biografia, opera di uno dei più autorevoli e brillanti storici contemporanei e tradotta per la prima volta in Italia, farà sperimentare al lettore l'emozione dell'incontro con la vita e la morte di Michele Serveto, e sarà come un monito a essere sempre in prima linea nella difesa della libertà di coscienza.

INTRODUZIONE

Nota al testo
di Peter Hughes*

Quando la Blackstone Editions e la Unitarian Universalist Historical Society vagliarono la possibilità di ristampare Vita e Morte di Michele Serveto, ci ponemmo due domande. Prima di tutto, perché ristampare un saggio di oltre cinquant'anni fa? In secondo luogo, non esistono in circolazione sufficienti copie dell' originale del 1953, o dell' edizione economica del 1960, nel mercato dei libri usati per soddisfare ogni ragionevole richiesta?
La risposta alla prima domanda è che finora questo libro ha resistito alla prova del tempo. Da allora altri volumi sono stati scritti su Serveto, ma nessuno che combinasse così abilmente profondità d'indagine e capacità divulgativa. La ricerca va sicuramente avanti ma abbiamo scoperto poco che contraddica quello che scrisse Bainton - semplicemente integrazioni. Naturalmente Vita e Morte di Michele Serveto, come ogni lavoro di ricerca, contiene qualche errore e alcune interpretazioni discutibili, come disse Angel Alcalà, l'illustre studioso di Serveto che tradusse l'opera in spagnolo nel 1973. Tuttavia nell'insieme il libro regge in modo eccellente.
Sebbene lo studio alla base di Vita e Morte di Michele Serveto resti solido, abbiamo ritenuto che l'apparato richiedesse un aggiornamento. Di conseguenza abbiamo deciso che questo volume dovesse essere non una semplice ristampa, ma un'edizione riveduta, aggiornata e arricchita. Come la ristampa in DVD di un film classico molto amato, esso offre vari "contenuti speciali". Abbiamo rivisto la cronologia, aggiornato note e bibliografia e aggiunto due appendici: un documento originale raro, antico e difficile da reperire e una breve biografia di Roland Bainton.

* Curatore dell'edizione rivista del 2005.

Il testo

Il testo di questa edizione è lo stesso di quella originale del 1953, con le eccezioni che seguono:
- Due paragrafi sulla vita di Serveto a Vienne, scritti da Bainton per il Prologo all'edizione economica del 1960, sono stati incorporati nel capitolo 7. Abbiamo anche incluso un po' di materiale aggiuntivo, principalmente nei capitoli 4 e 8, dall' edizione spagnola del 1973. Le parentesi quadre sono usate per identificare il nuovo testo. Per evitare ogni confusione, alcune brevi note di Bainton, che erano fra parentesi quadre nella precedente edizione, sono state modificate in note a piè di pagina.
- Nomi personali e alcuni termini (come "Qur'an" invece che "Corano") sono stati cambiati per conformità con l'attuale authority file della Library of Congress.

Note e bibliografia

Consci del fatto che Vita e Morte di Michele Serveto è servito come introduzione a Serveto per generazioni di lettori, abbiamo fatto uno sforzo in più per rendere le note il più possibile chiare e accessibili. Abbiamo evitato l'uso delle abbreviazioni per periodici e opere fondamentali, usato con moderazione le forme abbreviate e riportato per esteso ogni opera la prima volta che appare in un capitolo. L'intenzione è che il lettore che non abbia alle spalle una formazione specifica sulla Riforma possa essere in grado di reperire con facilità le opere nel catalogo di una biblioteca.
In aggiunta alle note originali, le note conclusive di Bainton includevano quelli che si potrebbero definire come suggerimenti per ulteriori letture su soggetti discussi nel libro: la dottrina della Trinità di Agostino, gli scolastici medievali, l'anabattismo, quello che il Qur'an dice riguardo a Gesù e così via. Alcalà aggiornò le note nell'edizione spagnola del 1973, citando nuovi studi sulla famiglia di Serveto e aggiungendo rinvii a fonti spagnole per soggetti come i marrani, gli alumbrados e l'iconografia della Trinità nell' arte spagnola. Abbiamo incorporato le aggiunte di Alcalà e anche ampliato le note per includere studi recenti su molti dei soggetti trattati nel libro. L'accento è posto sulle fonti in lingua inglese, ma sono state incluse anche opere in francese, spagnolo e tedesco*. Come per il testo principale, le parentesi quadre nelle note identificano il materiale successivo.La bibliografia in questo libro è nuova, redatta espressamente per questa edizione. Non aspira a essere esauriente, ma mira a includere le opere su Serveto più informative e storicamente rilevanti. Bainton iniziò, umilmente, ad annotare la bibliografia in Vita e Morte di Michele Serveto. La bibliografia di questa edizione include le sue note e aggiunge molte altre annotazioni - alcune sono brevi articoli critici - prese da varie opere di Bainton e di altri studiosi di Serveto, compresi Earl Morse Wilbur, Angel Alcala, Jerome Friedman e Charles Dardier.

* Nella presente edizione italiana sono stati integrati alcuni titoli italiani.

Illustrazioni
Le illustrazioni sono una delle cose più amate di Vita e Morte di Michele Serveto. Molti lettori conservano un bel ricordo delle rappresentazioni della Trinità o del quartetto d'archi con Platone, Aristotele, Galeno e Ippocrate. Per quanto possibile, questa edizione include le illustrazioni originali. Alcune, come la veduta di Basilea nel capitolo 2 e la mappa del Nuovo Mondo nel capitolo 5, sono state ritenute di qualità insufficiente per essere riprodotte. Per compensare la loro assenza ne abbiamo aggiunte di nuove: la pagina introduttiva della Geografia di Tolomeo nell'edizione del 1541, due vedute di Ginevra del
secolo, Ermete Trismegisto - il leggendario fondatore della tradizione ermetica - e una figura di grande rilevanza per Serveto, l'Arcangelo Michele, suo omonimo e protettore*.

* Per l'edizione italiana sono state aggiunte le immagini di Calvino ed Erasmo.

Appendici
L'Appendice A contiene il primo resoconto noto dell' esecuzione di Serveto, uno scritto anonimo conosciuto come Historia mortis Serveti, che fu scritto attorno al 1554. Questo breve racconto di quanto accadde è stato conservato e reso disponibile attraverso i secoli perché incluso nei libri su Serveto, compresa l'edizione olandese del Con tra libellum Calvini di Sebastiano Castellione (1612) e l'Anderweitiger Versuch di Johann von Mosheim (1748). Fu tradotto in inglese nel 1878 dallo studioso inglese unitariano Alexander Gordon e stampato nello stesso anno nel giornale unitariano «Christian Life». Abbiamo accluso la traduzione di Gordon per metterla a disposizione di una nuova generazione di studiosi di Serveto, poiché tutte queste opere oggi sono rare e i documenti, difficili da reperire, si possono trovare solo in poche biblioteche specializzate.
Le precedenti edizioni di Vita e Morte di Michele Serveto includevano una nota biografica dell' autore veramente succinta.
Ora, una cinquantina d'anni dopo la prima pubblicazione e a vent' anni dalla morte di Bainton, è possibile vedere Vita e Morte di Michele Serveto nel contesto temporale in cui fu scritto e valutarne la collocazione nella produzione del suo autore. Abbiamo quindi inserito una breve biografia di Roland Bainton come Appendice B. Ci auguriamo che consenta ai lettori di apprezzare maggiormente sia i risultati raggiunti da Bainton nel campo della storia religiosa sia la passione che lo spinse a compiere questo lavoro. Tra le altre cose, questa edizione di Vita e Morte di Michele Serveto è un omaggio a un uomo che vide la ricerca come uno strumento per abbattere le barriere d'isola- mento culturale e linguistico nel mondo, portando l'umanità più vicina alla comprensione, all' armonia e alla pace.

Ringraziamenti
Molte istituzioni e persone hanno contribuito alla realizzazione di questa nuova edizione. Il volume è stato pubblicato in una serie di classici sulla storia religiosa liberale patrocinati e finanziati dalla Unitarian Universalist Historical Society. Alcuni dei fondi per questo programma furono donati dalla New York State Convention of Universalists. Herbert Bainton e la famiglia Bainton hanno .gentilmente concesso l'autorizzazione alla ristampa del testo. Angel Alcalà ci ha consentito di includere materiale dalla sua edizione spagnola del 1973. Il Cleveland Museum of Art ha dato l'autorizzazione all'utilizzo dell'incisione con l'Arcangelo Michele.
La ricerca per questa edizione è stata condotta con l'assistenza della Brown University Library, della Houghton Library e della Andover-Harvard Theological Library della Harvard University, e della Wiggin Memorial Library della MeadvillelLombard Theological School. Ringraziamenti speciali vanno al Senior Library Assistant J oyce Meakin della Harris Manchester College Library, Oxford, per aver individuato i numeri di «Christian Life» contenenti le traduzioni della Historia mortis Serveti e il "Ritratto" di Tollin.
Jaume de Marcos e Sergio Baches Opi hanno contribuito alla bibliografia, e Jaume alla traduzione del materiale spagnolo.
Angel Alcalà ha dato utili suggerimenti per migliorare la bibliografia, provveduto a che i libri fossero spediti dalla Spagna e offerto consigli e sostegno. Lynn Gordon Hughes ha dato il suo apporto con l'editing del testo e la revisione di note, bibliografia e indice.

Siamo debitori a Pat Falcon, Gwen Howard, Anthony David Steers e Laurie Stearns; ai membri della Unitarian Universalist Historical Society e ai partecipanti del Concilio Internazionale degli Unitariani Universalisti alla conferenza per il 450° anniversario della morte di Serveto (tenutasi a Ginevra nell'ottobre 2003) per i consigli, l'assistenza e l'incoraggiamento.

INDICE

Introduzione di Adriano Prosperi
Nota al testo di Peter Hugbes

VITA E MORTE DI MICHELE SERVETO 1511-1553
1. Cane d'un marrano
2. Gli errori della Trinità
3. La Parola eterna
4. Ninive impenitente
5. Michel de Villeneuve, correttore di bozze
6. Dottore in Medicina
7. Il ripristino del cristianesimo
8. Scontro con l'Inquisizione

9. Perché Ginevra?
10. Il processo di Ginevra
11. Il rogo a Champel

APPENDICE A. Resoconto della morte di Serveto - Historia mortis Serveti (1554)
APPENDICE B. Roland Bainton, eretico onorato a cura di Peter Hughes
Cronologia
Note
Bibliografia aggiornata nel 2011
Indice dei nomi
Epilogo. Sull' origine della Declarationis Jesu Christi Filii Dei libri quinque

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VIAGGIO STRAORDINARIO AL CENTRO DEL CERVELLO

RETROCOPERTINA

L’avventura più esotica ed esaltante che possiamo vivere oggi è dentro la nostra scatola cranica.

Grazie all'impetuoso progresso delle neuroscienze, negli ultimi anni si è spalancato davanti a noi un continente incredibilmente affascinante e complesso, al centro del quale vi sono il cervello e le sue cellule, neuroni e sinapsi dove prendono vita tutte le nostre azioni (e reazioni): mangiare, bere e dormire, ma anche ridere e innamorarsi. Niente di meglio, per orientarsi in un simile viaggio, di un libro pensato come una vera e propria guida e di un accompagnatore del calibro di Jean-Didier Vincent.

Con tutta la sua autorevolezza di studioso di fama mondiale e il contributo di esperti di diverse discipline, con una buona dose di humour e il giusto senso della suspense, ci prenderà per mano alla scoperta del cervello e di tutte le sue meraviglie, ma anche delle sue insidie e dei misteri che tiene ancora in serbo per noi. Pronti a partire?

PRIMA DI PARTIRE

Il cervello è indispensabile alla vita. Quando smette di funzio­nare, si muore. Da sempre si sa che per uccidere un uomo ba­sta tagliargli la testa ... o affondargli una lama nel cuore. Ne è nata una lunga disputa su dove collocare la sede dell' anima: per molto tempo è sembrato che fosse il cuore a ospitarla; e ancora oggi gli innamorati sulla corteccia degli alberi non incidono cer­velli, ma cuori con i loro nomi. La vittoria finale, però, è toccata al cervello, e non è così vero quello che si crede comunemente, cioè che nel cambio ci siamo persi qualcosa. E ciò che spero di dimostrare con questo libro.
Il cervello è il luogo dove risiede l'«io» del corpo. L'uomo può dire «io» grazie al cervello, che percepisce qualsiasi cosa accada nel corpo e attraverso il corpo, con tutto il corredo di dolore e di piacere. E tutti i ricordi, tutti i modi di essere, tutte le disposizioni e tutti i comportamenti che normalmente costi­tuiscono la nostra identità, cioè quell'«io» di cui siamo rivestiti, sono altrettanti prodotti del nostro cervello. Non bisogna poi dimenticare che è a un «tu» che si rivolge questo «io », cioè a un altro cervello, portavoce di un' altra carne con il suo carico di dolore e di piacere. Infine il cervello, sul quale si basano l'in­dividualità e l'io, è anche la base del «noi », della società uma­na. In questo libro vedremo quindi intrecciarsi due fili condut­tori: il primo è costituito dal piacere e dal suo compagno dolo­re, che governano l'insieme delle nostre azioni e delle nostre vi­sioni del mondo; il secondo è «l'altro», perché anche il bisogno e il riconoscimento del prossimo sono componenti essenziali dell' essere umano.
Lo stesso cervello che si fa carico del destino individuale è si­curamente la base dell'intelligenza, ma anche luogo di passioni innominabili e rifugio della bestia immonda che può rendere gli umani esseri da cui è bene stare lontani. Agente al servizio del­l'intelletto, punto di partenza della nostra libertà, è lui a dettar legge sul corpo, e non c'è entità superiore che abbia voce in ca­pitolo sulle sue decisioni e inclinazioni. Ma questa carne su cui regna da sovrano assoluto esercita di rimando su di lui un'in­fluenza da cui non è in grado di prescindere, spinto da bisogni, desideri e necessità - come tutti i tiranni, del resto. Spesso si crede di rompere con il vecchio dualismo corpo/anima limitan­dosi a sostituire quest'ultima con il cervello, come se la sede della nostra intelligenza, della nostra identità, della nostra gran­dezza, isolata nel cranio, non fosse parte integrante del corpo; come se non fosse prima di tutto la chiave della nostra incarna­zione.
Un dualismo dei cui miasmi spero di aver sgombrato completamente questo libro. Per questo, come vedremo, ho preferito insistere su ciò che nel cervello ha a che vedere con le funzioni vitali più elementari, piuttosto che con le «facoltà in­tellettuali». Noi parliamo, pensiamo, scriviamo libri e sinfonie, ma anche questi prodotti «superiori» non sarebbero possibili se non fossimo fatti di carne, esseri che percepiscono, che pro­vano piacere e dolore. Il cervello non è un' entità disincarnata che si rappresenta il mondo, né un computer che controlla mi­racolosamente la macchina del corpo: è il centro del nostro agi­re nel mondo. Questo è il cervello che vi propongo di visitare.Non aspettatevi di incontrare «lo spirito» durante questo viaggio. Lo spirito non è mai dove ci si aspetta di trovarlo. «E l'anima, Brigitte?» si chiedeva in uno dei suoi libri 1'eminente professor Jean Bernard. Brigitte cerca sempre la risposta; si è sposata e ha avuto dei bambini. E agli specialisti della radiodia­gnostica cerebrale che pretendono di farci vedere il «pensiero» all'opera nei neuroni, ricorderò che una cartina non è un terri­torio, e un'immagine non è spirito. Nel suo L'Ameet le système nerveux il grande psichiatra svizzero Auguste Forel affermava che «l'anima e l'attività del cervello sono una cosa sola».
Que­sto è il punto di vista che adotterò fino a prova contraria, cioè finché non sarà dimostrato che esistono anime senza cervello e cervelli senz' anima. Sarà un cervello tutto azione, quello che vo­glio farvi scoprire.

Come può una simile cattedrale ergersi nei 1500 millimetri cubi di un cranio umano? Cercheremo di svelare questo miste­ro. Non c'è da meravigliarsi che il cervello continui a ispirare una sorta di sacro stupore e di diffidenza; la sua scoperta e la sua esplorazione sono successive a quelle dell' America. Prima, quella terra incognita era lasciata alla mera speculazione e alle superstizioni. Quasi intoccabile. Spesso ci facciamo scrupoli a far studiare il cervello ai bambini. Troppo complesso, si dice. Ma non è forse irrazionale rifiutarsi di conoscere come funziona uno strumento che ci serve ad agire, ad amare, a conoscere? Sa­rebbe come fare un viaggio in Egitto saltando la visita alle Pira­midi, attraversare Roma evitando il Colosseo o Atene disto­gliendo lo sguardo dall' Acropoli. Ecco cosa mi ha portato a proporre una specie di guida per viaggiare all'interno del cer­vello.

Partiamo allora alla volta della capitale e sede del governo e di tutte le istituzioni, ministeri, assemblee e tribunali che fanno funzionare il corpo. Visiteremo luoghi celebri come l'area di Broca, dove la parola è sovrana, angolini alla moda come l'ipo­talamo e i suoi centri del piacere, e luoghi della memoria come l'ippocampo. Andremo nei luoghi dove si soddisfano i nostri desideri più semplici come mangiare, bere e dormire, e in altri luoghi meno confessabili.
Tenteremo di percorrere passaggi segreti, di aprire porte sbarrate. L'escursione non è senza rischi: sarà bene prepararsi a reagire in modo adeguato. li cervello talvolta è malato, e può diventare la causa dei più svariati tipi di disturbi, di cui il visita­tore dovrà essere informato.
Il cervello di cui vi propongo la visita è il vostro cervello, unico nel suo genere e nello stesso tempo simile a tutti gli altri. Conoscerlo meglio vi permetterà di conoscere meglio voi stessi e di imparare a gestire meglio i rapporti del vostro corpo con la vostra «testa». Un cervello malato si cura, e può guarire. Que­sto libro ha come scopo anche di aiutare coloro che soffrono. «Conoscere il proprio cervello per rispettarne le regole igieni­che» concludeva Auguste Forel, «è dovere di ciascuno nei con­fronti della propria anima».
Partiamo, allora. E prima di saperne di più sui luoghi dove si dorme, si mangia e si beve, e su dove e come passeggiare nei quartieri alti, cominciamo con un po' di geografia di questo strano paese dentro di noi e con qualche nozione sui suoi abi­tanti. I più curiosi troveranno in appendice una piccola storia della scoperta di questa contrada e delle discussioni che l'hanno animata. Alcuni invitati, qua e là, ci raggiungeranno per farci da guida in questo o quel luogo particolare.

INDICE

Cap. 1 - Il paesaggio celebrale
Cap.2 - Compagni di viaggio
Cap. 3 - Clima e stagioni
Cap. 4 - Dormire
Cap. 5 – Mangiare
Cap. 6 – Hypothalamus Restaurant
Cap.7 – Bere
Cap.8 – Morire di sete
Cap. 9 – La valle dei piaceri
Cap. 10 – Ridere e compagnia bella
Cap. 11 – Viale Pavlov
Cap. 12 – Le vie dell’amore
Cap. 13 – Il salone delle belle arti
Cap. 14 – Il granaio dei ricordi
Cap. 15 – Il cervello delle facoltà
Cap. 16 – Il cervello dell’azione
Cap. 17 – Il cervello dell’altro
Cap. 18 – Il giardino delle lingue

Appendice

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VIA CRUCIS - Da registrazioni e documenti inediti la difficile lotta per cambiare la Chiesa


RETROCOPERTINA

"SE NON SAPPIAMO CUSTODIRE I SOLDI, CHE SI VEDONO, COME CUSTODIAMO LE ANIME DEI FEDELI, CHE NON SI VEDONO?" Papa Francesco, dalla registrazione di un incontro riservato con gli alti vertici del Vaticano

"ABBIAMO SAPUTO CHE STA LAVORANDO A UN NUOVO LIBRO CHE CI PIACEREBBE POTER RISPONDERE A EVENTUALI DOMANDE." Email inviata dallo Ior a Gianluigi Nuzzi, 16 luglio 2015, tre mesi prima che la notizia dell'uscita di VIA CRUCIS fosse ufficiale

Questo libro

Avvertenza
I dati riferiti in questo libro fotografano la situazione economica e finanziaria del Vaticano secondo i documenti avuti in visione e quindi aggiornata fino all'inverno del 2013-14, quando non esplicitamente indicato in modo diverso. Si è deciso di divulgare anche documenti riservati, segreti o sotto segreto pontificio, data l'autorevolezza delle fonti di provenienza, per l'enorme rilevanza testimoniale e di cronaca delle notizie in essi contenuti, che li rende di evidente e pacifico interesse pubblico.
In modo incontrovertibile questi documenti sono stati liberamente messi a disposizione da vari soggetti che ne avevano titolarirà e regolare accesso. Nessun documento è stato quindi visionato o prodotto in fotocopia illecitamente. Questo fatto è facilmente e soprattutto immediatamente documentabile nel momento in cui dovesse ritenersi opportuno, o necessario, per smentire in radice qualsiasi possibile atto e manovra tesi a delegittimare il contenuto.

Le piaghe del Vaticano

È il pomeriggio del 12 settembre 1978. Dopo appena diciotto giorni di pontificato, papa Giovanni Paolo I scopre che all'interno della curia si muove una potente lobby massonica con centoventuno iscritti. La notizia che riceve è sconvolgente. Cardinali, vescovi e presbiteri non seguono le parole del Vangelo ma rispondono al giuramento della fratellanza muratoria. Una situazione intollerabile. Così, il 19 settembre, il nuovo pontefice inizia a preparare un piano di riforma radicale della curia.
Nel tardo pomeriggio del 28 settembre convoca il segretario di Stato, il potente cardinale Jean-Marie Villot, per informarlo dei cambiamenti che intende realizzare. Ha pronta una lista di alti porporati da rimuovere. Una vera rivoluzione. I primi nomi sono quelli di Paul Casimir Marcinkus, il monsignore che dirige lo Ior, la banca del Vaticano, e dei suoi più stretti collaboratori: Luigi Mennini e Pellegrino de Strobel. Provvedimenti analoghi saranno presi anche nei confronti del segretario dell'istituto, monsignor Donato De Bonis. Sono tutti troppo legati ai discussi banchieri Michele Sindona e Roberto Calvi. Per questo vanno rimossi, dovranno andarsene dalla curia l'indomani stesso. Tra le altre figure di spicco da sostituire ci sono l'arcivescovo di Chicago, cardinale John Patrick Cody, e il vicario di Roma, cardinale Ugo Poletti. Lo stesso cardinale Villot è destinato a essere allontanato. La discussione con il segretario di Stato dura oltre due ore, fino alle 19.30. L'indomani all'alba suor Vincenza Taffarel trova il pontefice privo di vita nel suo letto. Giovanni Paolo I lascia sulla scrivania il suo ultimo discorso: avrebbe dovuto leggerlo davanti ai procuratori della Compagnia di Gesù, l'ordine dei Gesuiti, attesi in udienza per il giorno successivo, il 30 settembre.

È il 3 luglio 2013, ricorre la festa di san Tommaso. Come ogni mattina papa Francesco si sveglia all'alba nella stanza 201, una delle poche suite della Casa di Santa Marta, il pensionato dove ha scelto di vivere da quando è stato eletto, rifiutando di trasferirsi nei sontuosi appartamenti pontifici e rompendo fin da subito ogni consuetudine e formalità. Tutto sembra scorrere nella più assoluta normalità con le preghiere e la celebrazione della messa nella cappella della residenza. Durante la funzione il papa usa una potente metafora: «Quello che Gesù ci chiede di fare con le nostre opere di misericordia è ciò che ha chiesto anche san Tommaso: bisogna entrare nelle piaghe», poi una piccola colazione frugale. Ma non sarà un giorno qualsiasi. A quasi quattro mesi dal conclave è giunta l'ora di avviare la profonda opera di riforma promessa ai cattolici di tutto il mondo.
È l'inizio di una guerra. Una guerra ancora in corso, chiusa nelle segrete stanze dei palazzi vaticani. Questo libro la racconta con documenti finora mai resi pubblici e con le prove del gigantesco e all'apparenza inarrestabile malaffare che il pontefice sta sfidando con un coraggio e una determinazione unici.
Francesco è atteso alla riunione convocata per discutere il bilancio della Santa sede. È una riunione riservata, alla quale, come di consueto, partecipano i cardinali del Consiglio per lo studio dei problemi organizzativi ed economici della Santa sede, la struttura presieduta dal segretario di Stato in Vaticano, Tarcisio Bertone. La presenza del papa non è richiesta ma lui vuole esserci. Ha qualcosa di urgente da comunicare al gotha della Chiesa schierato al completo. In quella riunione Francesco farà emergere tutte le piaghe del Vaticano, segnando così una rottura senza precedenti tra il vecchio e il nuovo corso. Una rottura dalle conseguenze ancora oggi imprevedibili.

Una verità indicibile

Abbiamo ascoltato dal vivo le parole pronunciate dal papa durante quell'incontro riservato. Non era mai successo che un giornalista potesse disporre della registrazione di una riunione interna del Vaticano alla quale partecipa anche il pontefice. Comincia da qui il nostro viaggio-inchiesta tra i segreti più recenti e inconfessabili della Santa sede. Seguiremo, stazione dopo stazione, la via crucis che silenziosamente sta percorrendo il papa gesuita venuto dall'Argentina. Fino a oggi. Una vera e propria lotta tra il bene e il male, senza esclusione di colpi, che vede schierati da una parte tutti gli uomini del papa e dall'altra i suoi nemici, coloro che difendono lo status quo e avversano il cambiamento.
Seduti intorno al tavolo con Francesco ci sono i cardinali del Consiglio. Con loro partecipano alla riunione anche i vertici delle strutture che controllano le finanze della Santa sede: l'Apsa (Amministrazione del patrimonio della sede apostolica), la banca centrale del Vaticano, l'ente che tra l'altro gestisce l'immenso patrimonio immobiliare di Sacra Romana Chiesa; il Governatorato, cioè l'organismo da cui dipendono i musei, i servizi commerciali, gli appalti per la manutenzione ordinaria e straordinaria di edifici e impianti, le poste, i servizi telefonici; la Prefettura degli affari economici della Santa sede, che ha il compito di sorveglianza su tutti gli enti del Vaticano; lo lor, la banca che si occupa di amministrare i beni destinati a opere di religione e carità. Ci sono in pratica tutti i nomi che contano.
Lo sappiamo grazie alla registrazione degli interventi e alle testimonianze dirette di alcuni dei partecipanti. Attraverso i loro racconti abbiamo potuto documentare anche visivamente volti ed espressioni, tensioni e smarrimenti. E abbiamo avuto modo di conoscere in presa diretta la posizione decisa del papa, così dolce e affabile quando appare in pubblico ma fermo e risoluto davanti ai suoi più stretti collaboratori. Francesco dai larghi sorrisi, suadente nelle parole, si mostra determinato negli obiettivi, insofferente a «quell' ambizione umana per il potere» che tanto criticava in curia anche il suo predecessore, Benedetto XVI. l suoi interventi documentano una verità ben diversa dalla normalità descritta negli asettici comunicati stampa ufficiali e nelle cronache più accomodanti. Una verità drammatica, indicibile, che doveva rimanere custodita come un peccato inconfessabile nei sacri palazzi.

Una documentazione inedita esclusiva

Abbiamo avuto accesso anche a migliaia di documenti. Nel libro sono riprodotti quelli più significativi, che mostrano un incredibile sperpero di denaro da parte di chi governa la Chiesa, fino ad arrivare a operazioni di puro malaffare, che riguardano perfino le pratiche legate alla vita religiosa, come le procedure di beatificazione e santificazione - un vero e proprio mercato che vale milioni di euro -, oppure la gestione dell'Obolo di san Pietro, cioè il denaro che arriva a Roma da tutte le diocesi del mondo e che dovrebbe essere destinato ad alleviare la condizione delle persone più povere, rispondendo cosÌ alla missione pastorale della Chiesa e agli obiettivi di Francesco. E invece che fine fanno queste offerte? Lo leggerete e lo scoprirete attraverso una ricostruzione che non lascia più alibi.
Chi ha voluto mettere a disposizione questo materiale lo ha fatto perché patisce la radicale ipocrisia di coloro che sanno tutto ma non vogliono ammettere ciò che sta accadendo in Vaticano, preferendo fare buon viso a cattivo gioco. Sono persone che sperimentano quotidianamente 1'abissale differenza tra quanto viene promesso a Francesco e quanto viene poi attuato per insabbiare le sue riforme, minando così la credibilità del pastore argentino.
Dopo Vaticano Spa e Sua Santità, i libri che hanno sfondato il muro di omertà e silenzio che protegge da secoli Sacra Romana Chiesa, questa inchiesta vuole proseguire sul cammino della ricerca della verità in Vaticano, contribuendo, per quanto possibile, a stanare e a denunciare chi si sta opponendo alla rivoluzione di Francesco, nata grazie - non dimentichiamolo - al gesto senza precedenti di Benedetto XVI.
Questo non è un libro in difesa del papa ma un' analisi giornalistica dei gravi problemi che affliggono la Chiesa, generati da una nomenclatura ecclesiastica e da centri di potere nemici di ogni cambiamento. Il nostro intento, ancora una volta, è quello di rendere più trasparente un potere troppo a lungo reso opaco da interessi di parte, spesso illeciti, comunque lontanissimi dai principi evangelici. Come sempre, la nostra volontà non è animata da una spinta anticlericale ma soltanto dal desiderio di portare alla conoscenza di tutti i cattolici, e non solo, le contraddizioni di una Chiesa che Francesco vuole riformare profondamente, facendone una casa aperta ai più bisognosi e ai più poveri e non più ripiegata sui propri privilegi e gelosa del suo inossidabile potere.
Nel maggio del 2012, dopo l'uscita di Sua Santità, da una parte della curia si è avuta una reazione oscurantista. Si è scatenata la caccia alle mie fonti. In seguito, con grande clamore, è stato arrestato Paolo Gabriele, il maggiordomo di Joseph Ratzinger. Agli amici racconterà di essere stato rinchiuso in una cella nella quale non poteva nemmeno allargare le braccia. Gabriele è stato condannato per furto dopo un processo lampo. Passare le fotocopie di documenti a un giornalista per far conoscere quello che accade e non viene raccontato e denunciato dovrebbe essere ritenuto un atto meritorio. In Vaticano è stato considerato un reato.
Paolo Gabriele ha perso il lavoro e ha dovuto lasciare la casa in cui abitava con la famiglia. Desiderava rendere pubblici i problemi e le incredibili difficoltà che il santo padre doveva affrontare ogni giorno. Quegli stessi problemi che porteranno quest'ultimo alle dimissioni nemmeno un anno dopo. Benedetto XVI ha perdonato il suo maggiordomo. Oggi sappiamo che s'informa spesso sul suo stato di salute, se lavora, come vanno i figli a scuola. A Natale e in altre occasioni Ratzinger fa recapitare doni alla sua famiglia. Tuttavia in Vaticano, tra cardinali e alti prelati, quel precedente della fuoriuscita di carte e documenti è ancora un' ombra che fa paura.

INDICE

Questo libro
Le piaghe del Vaticano - Una verità indicibile - Una documentazione inedita esclusiva

La denuncia choc di papa Francesco
La riunione riservata - Dalla viva voce del papa - La denuncia del papa: «Tutti i costi sono fuori controllo» - Una bocciatura senza appello - L'accusa dei revisori - Non è più possibile far finta di nulla

La fabbrica dei santi
Una svolta senza precedenti - Tutti gli uomini della commissione - Primo obiettivo: che fine fanno i soldi per santi e beati - La fabbrica dei santi di cui nessuno sa nulla - La commissione blocca i conti correnti - Panico allo Ior - I massoni potrebbero infiltrarsi nelle riforme

I segreti dell'Obolo di san Pietro
I fasti dei cardinali a canone zero - A chi vanno i soldi dei poveri? - Le offerte dei fedeli nelle casse della curia - Profondo rosso in curia - Tredici domande rimaste senza risposta - I conti correnti segreti dei papi

Manette in Vaticano
Il cardinale Rambo che imbarazza la curia - Diversi casi di violenza sessuale - L'incredibile caso di monsignor Scarano - Lo Ior ricicla denaro sporco - Il figlio del braccio destro di Marcinkus gestisce la liquidità del Vaticano - Verifica a campione: - milioni di fondi extracontabili - Quei rischi su 10 miliardi di investimenti

Peccati e vizi in curia
Un furto da 1,6 milioni di euro - Un paradiso fiscale dove nessuno paga le tasse - «Chiudere i negozi in Vaticano, danneggiano la missione della Chiesa» - Un contratto segreto pronto con Philip Morris - «Non ostacolate la missione di
Francesco»

L'immenso patrimonio immobiliare del Vaticano
La banda del buco - Il buco nero del patrimonio immobiliare - Cento metri quadrati a 20,67 euro di affitto annui - I veleni curiali contro gli amici di Francesco - La fattoria degli animali - Le colonie del Vaticano in Europa

Il buco nero delle pensioni
Una voragine da mezzo miliardo di euro - «Il Vaticano rischia l'estinzione» - Un buco da 800 milioni nel Fondo pensioni

Attacco alla riforma
Violato l'archivio segreto della commissione - Le lettere di Sindona per minacciare Francesco - La rumorosa uscita di Bertone - Meno potere ai cardinali in curia, più spazio ai laici

La Guerra, atto primo: i bilanci bloccati e le reazioni della burocrazia vaticana
Come se nulla fosse successo - Un rifiuto clamoroso, un'atmosfera rovente - Radio vaticana trasmette una voragine senza fine - La controffensiva della burocrazia vaticana - La porpora di Paroline i tagli di Francesco

La Guerra, atto secondo: la rivoluzione di Francesco e l'ascesa del cardinale Pell
La rivoluzione di Francesco - La costituzione della Segreteria e del Consiglio per l'economia - Un eccezionale documento segreto - Lo scontro a porte chiuse tra Pell, Parolin e i cardinali curiali - L'approvazione dei bilanci - Lascesa di Pell, sopravvissuto agli scandali della pedofìlia - I costi della commissione - Veline e veleni - Repulisri - «Jessica» e gli altri

Epilogo. Anche Francesco si dimetterà?
Una rivoluzione incompiuta - Resistenze, sabotaggi e false spie - Divide et impera - Il papa riuscirà a vincere la sua battaglia?

Cronologia

Il potere in Vaticano

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VENGA IL TUO REGNO - VOLUME III

charles-taze-russell-120L'Autore Charles Taze Russell (Pittsburgh, 16 febbraio 1852 – Pampa, 31 ottobre 1916) è stato un predicatore statunitense, considerato il fondatore degli Studenti biblici, movimento che nel 1931 prese il nome di Testimoni di Geova e primo presidente della Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania.

CHI ERA CHARLES TAZE RUSSELL? Questa è la sua storia!


"Venga il tuo Regno"

LA PREFAZIONE DELL'AUTORE

   Questo Volume è stato scritto nel 1890 e da allora è passato attraverso molte edizioni in molte lingue, e tuttavia altre edizioni sono in progetto. Abbiamo le testimonianze di migliaia di persone consacrate a Dio, che raccontano dell'effetto che essi hanno beneficiato attraverso questo volume, dopo aver bevuto fino a sazietà dalla Fontana d'Acqua Viva, la Parola di Dio. Confidiamo che le benedizioni continueranno a scorrere, finché alla fine attraverso il Regno, la conoscenza della gloria di Dio riempirà l'intera terra come le acque ricoprono le profondità dei mari.

   Anche se in relazione a questi STUDI SULLE SCRITTURE decliniamo qualsiasi cosa simile all'ispirazione, tuttavia siamo lieti che, poiché siamo all'alba nascente della Nuova Dispensazione, la luce della Verità risplende in modo così chiaro che il Piano Divino è talmente evidente che difficilmente una sola parola del volume avrebbe bisogno di essere cambiata se fosse stato scritto oggi, 26 anni dopo.

   Il Tempo della Fine ha sottolineato questo sempre più man mano che gli anni sono passati, soprattutto da quando siamo entrati cronologicamente nel grande Settimo Giorno. Il lavoro di Mietitura/Raccolta è progredito e sta ancora progredendo, anche se un tempo si supponeva che il lavoro di raccolta sarebbe stato pienamente compiuto per la fine dei Tempi dei Gentili. Quella però era solo una supposizione, che si è rivelata senza una garanzia; così la spinta della falce della Verità e la raccolta del grano maturo è proseguita anche dopo il mese di ottobre del 1914, come mai prima. La grande guerra mondiale, infatti, ha risvegliato l'umanità in notevole misura, e il pensiero indipendente si è fatto ancora più strada rispetto al passato. Tutto questo contribuisce a spezzare le catene dell'ignoranza, della superstizione, e dei pregiudizi, con conseguente liberazione di coloro che desiderano conoscere e fare la volontà del Signore e di camminare sulle orme di Gesù.

   Siamo felici per le ulteriori opportunità di servizio che abbiamo verso il nostro gran Re nella raccolta degli Eletti a Se stesso e alla Verità. Siamo lieti di vedere altri che entrano nella Verità e prepararsi così per il "Matrimonio". Evidentemente la "porta" non è ancora chiusa, nonostante l'avessimo anticipato già da molto tempo, forse ancora un anno o due o tre e il numero totale degli Eletti sarà completato, e tutti saranno passati oltre il velo della cortina e la porta sarà chiusa.

   Siamo liberi di dire che la restaurazione di Israele non è stata compiuta nel breve tempo che avevamo previsto. Tuttavia, gli ebrei in Palestina sembrano essere fmora meravigliosamente protetti, e senza dubbio molti dei loro correligionari nei distretti di guerra, soprattutto in Polonia, sarebbero felici se fossero andati in Palestina quando ne hanno avuto l'opportunità. È difficile dire quanto la conclusione della guerra potrebbe ledere agli interessi di Israele. Dovremmo restare in attesa, in un atteggiamento di [fervente] attesa. Sembra infatti che le difficili esperienze degli ebrei abbiano suscitato in un numero considerevole di loro, il desiderio di tornare alla loro terra d'origine. Non abbiamo mai previsto, tuttavia, che tutti gli ebrei sarebbero tornati là, ma solo una compagnia rappresentativa, proprio come nel caso del ritorno dalla prigionia babilonese, quando solo circa 52.000 tornarono, nonostante le grandi folle che erano andate a Babilonia in cattività.

    Quelli che ritornano rappresentano coloro che hanno piena fede nel Signore e nelle Sue promesse, e senza dubbio saranno trattati come rappresentanti di tutto Israele. Ricordiamo ai nostri lettori che quando questo volume è stato scritto, gli stessi ebrei avevano pensato ben poco di andare in Palestina. Ora però il Sionismo è sorto, e ha una profonda presa sui cuori degli Israeliti. Anche se in un primo momento si trattava di un sionismo laico, esso si è gradualmente trasformato in un sentimento religioso e di speranza.

La Grande Piramide d'Egitto trattata in questo volume non ha perso nulla del suo interesse per l'autore. Il suo Passaggio Discendente rappresenta ancora figurativamente il corso verso il basso del genere umano sotto il regno del peccato e della morte. Il Primo Passaggio Ascendente rappresenta ancora la Dispensazione della Legge, ovvero l'Alleanza di Dio con Israele fatta al Sinai e il corso di quella gente sotto il dominio di questa Legge. La Grande Galleria rappresenta ancora le nobili vette degli insegnamenti di Cristo e dei suoi seguaci durante questa Età Evangelica. Il passaggio nella parte superiore della Grande Galleria rappresenta ancora un notevole cambiamento nelle faccende del mondo, sollevando l'uomo a un livello superiore. Il collegamento tra la parte superiore della Galleria Grande e gli spazi sopra la Camera del Re rappresenta ancora la presenza spirituale del nostro Signore nella Raccolta di questa Età, a partire da 1874.

    Non abbiamo mai tentato di collocare la Grande Piramide, a volte chiamata la Bibbia in Pietra, in parallelo o in parità con la Parola di Dio, com'è rappresentata dalle Scritture del Vecchio e Nuovo Testamento, essendo quest'ultima sempre preminente in fatto di autorità. Crediamo ancora, però, che la struttura di questa Piramide, così diversa da quella di tutte le altre piramidi, è stata progettata dal Signore e destinata ad essere una Piramide e una testimonianza in mezzo e al confine, della terra d'Egitto. (Isaia 19:19) Essa ci racconta sicuramente una storia molto diversa da qualsiasi altra arte o reliquia tramandataci da tempi remoti.

La sua conferma meravigliosa del Piano Divino delle Età è stupefacente per tutti coloro che lo afferrano davvero. Esso dovrebbe essere letto pertanto con altrettanto fresco interesse così come lo fu nella sua prima edizione, perché i suoi insegnamenti non sono stati alterati o modificati. Confidiamo nel fatto che nuovi lettori avranno le stesse ricche benedizioni da questo volume di quelle che ne hanno ricevuto i suoi precedenti lettori, e che quindi possiamo glorificare Dio insieme e gioire della Sua provvigione di luce e di conforto sulla strada per la piena inaugurazione del glorioso Regno del caro Figlio di Dio.

    Il Regno del Messia è a volte chiamato Regno di Dio, perché, anche se è rigorosamente sotto la gestione del Messia, tutte le sue leggi, regolamenti, sentenze ecc., sono in stretta conformità alla disposizione divina, che è immutabile. Perciò quando preghiamo: "Venga il tuo Regno, sia fatta la tua volontà sulla terra così come in cielo", il nostro pensiero dovrebbe essere che la grande perfezione del Dominio del Padre Celeste e del suo Governo è il nostro desiderio e che ci auguriamo e aspettiamo i mille anni del Regno di Cristo per vincere la ribellione della terra e per portare l'umanità di nuovo in pieno accordo con Dio, come lo sono nella loro perfezione anche tutti gli angeli del cielo.

    Il Regno del Messia ha varie fasi di inaugurazione. In primo luogo, nella Sua Parousia il glorificato Gesù stimola, o risuscita, i membri assonnati del Corpo di Cristo. Questo è il primo atto esecutivo del Grande Messia, che Dio ha così grandemente esaltato, l'Erede della grande promessa Abraamica. I suoi membri devono essere completati prima che egli possa assumere ufficialmente la sua posizione come Re del mondo. Assicurazione di questo fatto ci è data dalla Parola ispirata: "Quando Cristo, che è la nostra Vita apparirà, allora anche noi saremo manifesti con Lui nella gloria." (Colossesi 3:4) Successivamente il Maestro si relaziona con i membri in vita del suo Corpo, ovvero la Chiesa. Com'è mostrato nelle parabole delle mine e dei talenti, la sentenza del Maestro relativa all'esser degno o indegno del Regno, deve passare su tutti i Suoi consacrati e il numero completo degli Eletti dev'essere trovato e glorificato dal "mutamento" della resurrezione; perché "carne e sangue non possono ereditare il Regno di Dio." (l Corinti 15:50)

    Allora il dominio del mondo sarà assunto. n Glorificato Gesù chiederà al Padre, ed Egli gli darà i pagani come sua eredità e le estremità della terra come Suo possesso. "Egli li governerà con una verga di ferro. Come i vasi di un vasaio essi saranno frantumati in pezzi." Salmi 2; Rivelazione 2:27.

Questa rivelazione del Figlio dell'Uomo al mondo, attraverso la Sua presa del potere e la Sua autorizzazione per far passare il mondo nella grande prova dell'anarchia, si sta evidentemente avvicinando. Ancora per un poco ci sarà un grande trionfo della Cristianità dopo la guerra. Entrambi i cattolici e i protestanti condivideranno questo trionfo e sia i principi politici che finanziari la proporranno [al popolo], nella speranza di un prolungamento del loro potere. A quel tempo ci possiamo aspettare una forte opposizione della Cristianità sui veri fedeli seguaci di Gesù, con gravi persecuzioni e forse anche fino alla morte. Ma il trionfo di Babilonia sarà breve. Presto la sentenza già pronunciata sarà eseguita e lei cadrà come una grande macina in mare, cioè nell'anarchia della distruzione, per non rialzarsi più.

    Non molto tempo dopo, secondo l'immagine biblica, possiamo aspettarci il crollo totale della nostra attuale civiltà. Ma il momento più buio dell'estremità dell'uomo, sarà l'opportunità di Dio. n Messia, l'Eletto di Dio, prenderà allora il controllo e parlerà di pace ai popoli tumultuosi e porterà ordine dalla confusione, gioia dalle lacrime, lode dalla disperazione. Così, il Regno del Messia nascerà in un travaglio terribile, ma i risultati gloriosi ricompenseranno più che mai il "Tempo di Angoscia, come non è mai stato dacché vi è stata nazione." Così ci viene detto, "Le cose desiderabili di tutte le nazioni verranno." Aggeo 2:7.

    Possano queste pagine continuare ad essere una benedizione per il popolo del Signore e un onore al Suo nome. Questa è la preghiera del suo autore,

CHARLES T. RUSSELL
Brooklyn, N.Y.,
11 Ottobre 1916 
 

INDICE

STUDIO PRIMO
"VENGA IL TUO REGNO"

STUDIO SECONDO
"IL TEMPO DELLA FINE" O "GIORNO DELLA SUA PREPARAZIONE" DANIELE 11

STUDIO TERZO
GIORNI DI ATTESA PER IL REGNO

STUDIO QUARTO
LA PURIFICAZIONE DEL SANTUARIO

STUDIO QUINTO

IL TEMPO DELLA MIETITURA

STUDIO SESTO
L'OPERA DELLA MIETITURA

STUDIO SETTIMO
LA LIBERAZIONE E L'ESALTAZIONE DELLA CHIESA

STUDIO OTTAVO
LA RESTAURAZIONE DI ISRAELE

STUDIO NONO
IL TUO DIO REGNA!

STUDIO DECIMO
LA TESTIMONIANZA DEL TESTIMONE DI PIETRA E PROFETA DI DIO, LA GRANDE PIRAMIDE D'EGITTO

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VANGELO E MEDJUGORJE

RETROCOPERTINA
Un confronto il più possibile oggettivo tra il Vangelo e i messaggi di Medjugorje, nella consapevolezza che la parola defmitiva per un cristiano è quella di Gesù. Una teologia critica, del resto, non può evitare di porsi delle domande. Se da un lato, infatti, sono importanti per un confronto le parole di papa Francesco su Medjugorje, dall'altro è vero che la Commissione incaricata da Benedetto XVI non si è ancora ufficialmente pronunciata su queste apparizioni. Ai lettori l'ultima parola

INTRODUZIONE

Gesù Cristo prima di tutto

    In questi ultimi anni ho fatto una ricerca personale sul pensiero di Gesù; mi interessava molto conoscere il più possibile dò che aveva detto, cosa avesse in mente. Come si fa una ricerca sul pensiero di un autore o di un filosofo antico, per esempio Socrate che, come Gesù, non ha scritto nulla, così nel mio lavoro ho cercato di avvicinarmi a Gesù, seguendo tutti i momenti necessari per ricostruire il pensiero di un filosofo: occorre conoscere la cultura, l'economia, la religione e la storia dell' ambiente in cui il suo pensiero è cresciuto e individuare in questo contesto storico le origini della sua filosofia1.
    La ricostruzione del pensiero di Gesù è della massima importanza per coloro che credono nel profeta di Nazaret Tornare al suo pensiero diventa un passaggio ermeneutico obbligato, fondamentale, assoluto, perché solo il suo pensiero è normativo, solo il suo pensiero è cristianesimo. Senza il suo pensiero non d sarebbe né fede cristiana, né cristianesimo, né Chiese. Ed è con il continuo confronto con la filosofia di Gesù che i cristiani e le Chiese possono dire oggi di essere i testimoni autentici del Nazareno. Gesù è l'inizio e la fine del cristianesimo, è l'alfa e l' omega del movimento cui lui ha dato inizio.
    Il cristianesimo poi non è un'ideologia, non è una religione nel senso tradizionale, non è una dottrina, ma prima di tutto è l'incontro con una persona: Gesù Cristo. È lui la Rivelazione, è lui il Messia, è lui il figlio di Dio, è lui il salvatore, è lui la parola di Dio:

E la Parola si è fatta carne e venne ad abitare in mezzo a noi, e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità (Gv 1,14).

    Voglio presentare una serie di citazioni dei Vangeli, degli Atti degli apostoli e, per non essere troppo lungo, della sola lettera ai Romani dell' apostolo Paolo per mostrare chi è Gesù, la sua centralità nel Nuovo Testamento, la sua unicità, la sua totalità. Lo scopo di questo lavoro non è di esprimersi sulla verità delle apparizioni di Medjugorje, questo spetta solo alla Chiesa; la Commissione incaricata dal Vaticano di esprimersi su queste apparizioni e presieduta dal cardinal Ruini, sembra aver concluso il suo iter, e quindi presto dovrebbero essere resi pubblici i risultati. Il mio intento è solo quello di confrontare con la massima obiettività che mi è possibile, il Vangelo di Gesù, con i messaggi di Medjugorje, lo spirito del Vangelo di Gesù, con lo spirito di questi messaggi. Tutto qui.
    Ecco cosa si dice di Gesù nei Vangeli, negli Atti degli apostoli e nella lettera ai Romani:

È il profeta Gesù, di Nazaret, in Galilea (Mt 21,II).

Uno solo è la vostra guida, il Cristo (Mt 23,10).

lo so chi tu sei: il santo di Dio (Mc 1,24).

Che vuoi da me, Gesù, figlio del Dio Altissimo (Mc 5,7).

Cominciò a gridare e a dire: figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me! (Mc 10,47).

Oggi, nella città di Davide, è nato per voi il Salvatore, che è Cristo Signore (Lc 2,II).

Gesù, maestro, abbi pietà di noi (Lc 17,13).

La grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo (Gv 1,17).

Gesù, ritto in piedi, gridò: Se qualcuno ha sete, venga a me, e beva chi crede in me (Gv 7,37).

lo sono la luce del mondo (Gv 8,12).

Gesù le disse: lo sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno (Gv II,2S).

Gesù, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine (Gv 13,1).

lo sono la via, la verità e la vita (Gv 14,6).

Chi mi ama veramente, conosce i miei comandamenti e li mette in pratica.

Chi mi ama, sarà amato dal Padre mio; anch'io lo amerò e mi farò conoscere a lui (Gv 14,21).

Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo da lui e prederemo dimora presso di lui (Gv 14,23).

Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore (Gv 15,10).

Questa è la vita eterna: che conoscano te, l'unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo (Gv 17,3).

Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è più qui (Mc 16,6).

Uomini di Israele, ascoltate queste parole: Gesù di Nazaret, uomo accreditato da Dio presso di voi per mezzo di miracoli, prodigi e segni, che Dio stesso fece tra voi per opera sua, come voi sapete bene, consegnato a voi secondo il prestabilito disegno e la prescienza di Dio, voi, per mezzo di pagani, l'avete crocifisso e l'avete ucciso. Ora Dio lo ha risuscitato, liberandolo dai dolori della morte, perché non era possibile che questa lo tenesse in suo potere (At 2,22).

Questo Gesù, Dio lo ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni (At 2,32).

Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso (At 2,36).

Il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe, il Dio dei nostri padri ha glorificato il suo servo Gesù (At 3,13).

Con grande forza gli apostoli davano testimonianza della risurrezione del Signore Gesù (At 4,33).

E ogni giorno, nel tempio e nelle case, non cessavano di insegnare e di annunciare che Gesù è il Cristo (At 5,42).

Egli [Stefano], pieno di Spirito Santo, fissando il cielo, vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla destra di Dio e disse: Ecco, contemplo i cieli aperti e il Figlio dell'uomo che sta alla destra di Dio (At 7,55-56).

Filippo annunciava il Vangelo del regno di Dio e del nome di Gesù Cristo (At 8,12).

Filippo annunciò (all'Etiope) la buona novella di Gesù (At 8,35).

Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nazaret (At 10,38).

[Pietro] ordinò che (i pagani) fossero battezzati nel nome di Gesù Cristo (At 10,48).

Dio ha dato a loro (ai pagani) lo stesso dono che ha dato a noi, per avere creduto nel Signore Gesù Cristo (At n,17).

Noi vi annunciamo che la promessa fatta ai padri si è realizzata, perché Dio l'ha compiuta per noi, loro figli, risuscitando Gesù (At 13,32).

Noi crediamo che per la grazia del Signore Gesù siamo salvati (At 15,11).

Barnaba e Paolo, uomini che hanno rischiato la loro vita per il nome del nostro Signore Gesù Cristo (At 15,25-26).

Credi nel Signore Gesù e sarai salvato tu e la tua famiglia (At 16,31).

Paolo ad Atene annuncia Gesù e la sua risurrezione (At 17,16-31).

[Apollo ad Efeso] parlava e insegnava con accuratezza ciò che si riferiva a Gesù (At 18,25).

[Ad Efeso] il nome del Signore Gesù veniva glorificato (At 19,17).

[L'apostolo Paolo dice:] lo sono pronto non soltanto ad essere legato, ma anche a morire a Gerusalemme per il nome del Signore Gesù (At 21,13).

Paolo trascorse due anni interi nella casa che aveva preso in affitto (a Roma) e accoglieva tutti quelli che venivano da lui, annunciando il regno di Dio e insegnando le cose riguardanti il Signore Gesù Cristo, con tutta franchezza e senza impedimento (At 28,30-31).

Paolo, servo di Cristo Gesù, apostolo per chiamata, scelto per annunciare il Vangelo di Dio che egli aveva promesso per mezzo dei suoi profeti nelle Sacre Scritture e che riguarda il Figlio suo nato dal seme di Davide secondo la carne, costituito Figlio di Dio con potenza, secondo lo Spirito di santità, in virtù della risurrezione dei morti, Gesù Cristo nostro Signore (Rm 1,1-4).

Così avverrà nel giorno in cui Dio giudicherà i segreti degli uomini, secondo il mio Vangelo, per mezzo di Gesù Cristo (Rm 2,16).

È lui [Cristo Gesù] che Dio ha stabilito apertamente come strumento di espiazione, per mezzo della fede, nel suo sangue, a manifestazione della sua giustizia per la remissione dei peccati passati mediante la clemenza di Dio, al fine di manifestare la sua giustizia nel tempo presente, così da risultare lui giusto e rendere giusto colui che si basa sulla fede in Gesù (Rm 3,25-26).

Noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo (Rm 5,1).

Dio dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi (Rm 5,8).

La grazia di Dio e il dono concesso in grazia del solo uomo Gesù Cristo si sono riversati in abbondanza su tutti (Rm 5,15).

O non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte? Per mezzo del battesimo dunque siamo stati sepolti insieme a lui nella morte affinché, come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova. Se infatti siamo stati uniti a lui a somiglianza della sua morte, lo saremo anche a somiglianza della sua risurrezione (Rm 6,3-5; vedi tutto il cap. 6).

Chi ci separerà dall'amore di Cristo? Forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? (Rm 8,35).

Se con la tua bocca proclamerai: Gesù è il Signore! E nel tuo cuore crederai che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo. Con il cuore infatti si crede per ottenere la giustizia, e con la bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza (Rm 10,9-10).

Rivestitevi del Signore Gesù Cristo (Rm 13,14).

Chi si fa servitore di Cristo ... è bene accetto a Dio e stimato dagli uomini (Rm 14,18).

Il Dio della perseveranza e della consolazione vi conceda di avere gli uni verso gli altri gli stessi sentimenti sull' esempio di Cristo Gesù, perché con un solo animo e una voce sola rendiate gloria a Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo. Accoglietevi perciò gli uni gli altri come Cristo accolse voi, per la gloria di Dio (Rm 15,30).

Fratelli, per il Signore nostro Gesù Cristo e l'amore dello Spirito Santo, vi raccomando: lottate con me nella preghiera che rivolgete a Dio (Rm 15,30).

    E si potrebbe continuare.
   Di questo Gesù si parla poco nei messaggi di Medjugorje; al confronto con i testi del Nuovo Testamento di sopra, essi sembrano più una catechesi tradizionale. Perché in questi messaggi non c'è al centro Gesù Cristo? Le grandi verità cristiane sono contenute nei Vangeli e nel Nuovo Testamento. Non si parla mai di regno di Dio in questi messaggi, eppure era il nocciolo della predicazione di Gesù. La crocefissione di Gesù e la sua risurrezione sono l'essenza della fede cristiana; è questa l'identità cristiana; nei messaggi c'è poco o nulla su queste verità fondamentali del cristianesimo. Non voglio suggerire alla Signora di Medjugorje ciò che deve dire, solo un pazzo potrebbe fare una cosa del genere; voglio solo fare delle domande per la mia ricerca personale, voglio solo chiedermi perché non sono presenti in questi messaggi dati che io ritengo fondamentali del Vangelo. Voglio farmi domande del tipo: perché non parla mai del regno di Dio, il messaggio centrale della predicazione di Gesù? E domande più secondarie: perché non dice mai di essere ebrea? Perché non parla mai di suo marito che era Giuseppe?
    Gesù Cristo è la forza che tiene insieme i 27 libri così eterogenei che formano il Nuovo Testamento. In essi c'è il ricordo di quel Gesù che in greco viene chiamato Cristo, in ebraico Messia, cioè l'Unto, e lui tiene insieme i nostri 20 secoli così discordanti di storia e di tradizione cristiana. Il dato particolare, distintivo, sostanziale del cristianesimo sia per i cristiani che per i non cristiani, è sempre lui, Gesù Cristo; è lui l'assolutamente essenziale, normativa, determinante per coloro che credono o vogliono credere in lui. Lui solo è il vivente. "lo sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio" (Gv 14,6-7). La Parola di Gesù è la Parola di Dio (Le 5,1-2); per questo Gesù è l'unico maestro: "Voi non fatevi chiamare rabbi, perché uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli" (Mt 23,8).
   In Luca 10,38-42 Gesù arriva a Betania con i suoi discepoli e viene accolto nella casa di Marta; c'è da preparare un pranzo o una cena. Mentre Marta è "presa da molti servizi", Maria "seduta ai piedi di Gesù ascoltava la sua parola". Marta si fa avanti e dice a Gesù: "Signore, non ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti". La risposta di Gesù è da meditare ogni giorno: "Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c'è bisogno. Maria ha scelto la cosa migliore che non le sarà tolta". La preoccupazione prima in assoluto del discepolo di Gesù è di ascoltare la su parola, perché solo la sua parola è la Parola di Dio.
    L'ascolto e la pratica della parola di Gesù sono elementi talmente importanti e unici che sono le condizioni per salvarsi:

Chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile ad un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande (Mt 7,24-27; Le 6,47-49).

    Il criterio del giudizio finale, di fronte al Figlio dell'uomo, sono ancora le parole di Gesù:

Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell'uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi (Mc 8,38; Le 9,26). 

    Gesù rivela in modo autorevole e definitivo la volontà di Dio; egli presenta le esigenze della volontà di Dio e la interpreta con le sue parole, con le sue scelte e con le sue prese di posizione; ecco perché lui è l'unico riferimento del credente:

Se mi amate, osservate i miei comandamenti. Se uno mi ama, osserva la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paraclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà ciò che io vi ho detto (Gv 14,15.23-26).

    Solo Gesù è la Rivelazione, per questo deve essere continua e unica la meditazione sulle sue parole. Dopo 20 secoli i cristiani devono ritornare sempre e unicamente al pensiero del loro unico maestro (Mt 23,8); è questa un' esperienza unica e incontaminata di fede, come era tra i discepoli delle origini, esperienza che si libera, se è necessario, da tutto l'armamentario teologico, da tutte le strutture pietistiche, burocratiche, disciplinari, sovrastrutture nelle quali si smarrisce la sorgente viva, vitale, cristallina, salvifica del pensiero di Gesù È sempre lo stesso Gesù: il Gesù della storia nel quale hanno creduto i discepoli che egli ha chiamato e che lo hanno seguito sulle sponde del lago di Galilea, è lo stesso Cristo della fede nel quale hanno continuato a credere i suoi discepoli e le prime comunità cristiane dopo la sua risurrezione, è lo stesso Gesù Cristo nel quale anche noi crediamo e che incontriamo ogni domenica nell'Eucarestia, in ricordo della sua ultima Cena, secondo la su parola. Questo Gesù è presente nel suo pensiero, come è presente nell'Eucarestia; ecco perché il pensiero di Gesù è l'unico riferimento della fede, l'unica via per arrivare al Padre. Perché questi pensieri non compaiono quasi mai nei messaggi di Medjugorje? Perché in questi messaggi sono così rare le parole di Gesù?

     Scriveva Pascal, scienziato, filosofo cristiano francese, nei suoi Pensieri:

Non è solamente impossibile, ma inutile conoscere Dio senza Gesù Cristo. Non solo noi non conosciamo Dio se non per mezzo di Gesù Cristo, ma non conosciamo neppure noi stessi se non per mezzo di Gesù Cristo. Noi non conosciamo la vita, la morte se non per mezzo di Gesù Cristo. Al di fuori di Gesù Cristo, non sappiamo cosa sia la nostra vita, la nostra morte, Dio, noi stessi.
Noi non conosciamo Dio che per mezzo di Gesù Cristo. Senza questo mediatore è interdetta ogni comunicazione con Dio; per mezzo di Gesù Cristo noi conosciamo Dio. Tutti coloro che hanno preteso di conoscere Dio e di provarlo senza Gesù Cristo, avevano solo prove inefficaci.

Tendo le braccia al mio liberatore che, essendo stato predetto per quattromila anni, è venuto a soffrire e a morire per me sulla terra nel tempo e in tutte le circostanze che sono state predette; e, per mezzo della sua grazia, attendo la morte in pace, nella speranza di essere a lui unito eternamente; e vivo intanto con gioia, sia nei beni che gli piace di donarmi, sia nelle sventure che mi invia per il mio bene, e che col suo esempio mi ha insegnato a sopportare. Chi lo conosce, conosce la ragione di tutte le cose. Coloro che vanno fuori strada, lo fanno perché non vedono una di queste due cose (Pensieri 728; 729; 730; 600; 602).

     Papa Francesco nel discorso ai vescovi italiani durante la sessantesima Assemblea Generale della Conferenza Episcopale Italiana (20 maggio 20I4), ha posto queste domande ai vescovi:

Chiediamoci: Chi è per me Gesù Cristo? Come ha segnato la verità della mia storia? Che dice di lui la mia vita? Fratelli se ci allontaniamo da Gesù Cristo, se l'incontro con lui perde la sua freschezza, finiamo per toccare con mano soltanto la sterilità delle nostre parole e delle nostre iniziative. Non stanchiamoci dunque di cercare il Signore, di lasciarci cercare da lui, di curare nel silenzio e nell' ascolto arante la nostra relazione con lui. Teniamo fisso lo sguardo su di lui, centro del tempo e della storia; facciamo spazio alla sua presenza in noi: è lui il principio e il fondamento che avvolge di misericordia le nostre debolezze e tutto trasfigura e rinnova, è lui ciò che di più prezioso siamo chiamati a offrire alla nostra gente, pena di lasciarla in balia di una società dell'indifferenza, se non della disperazione. Di lui, anche se lo ignorasse, vive ogni uomo. In lui, uomo delle Beatitudini, pagina evangelica che torna quotidianamente nella mia meditazione, passa la misura alta della santità: se intendiamo seguirla, non ci è data altra strada. Percorrendola con lui, ci scopriamo popolo, fino a riconoscere con stupore e gratitudine che tutto è grazia, perfino le fatiche e contraddizioni del vivere umano, se queste vengono vissute con cuore aperto al Signore, con la pazienza dell'artigiano e con il cuore del peccatore pentito. Non si può narrare Gesù in maniera lagnosa, continua il papa, tanto più che, quando si perde l'allegria, si finisce per leggere la realtà, la storia e la stessa propria vita sotto una luce distorta.

     Non c'è questa priorità di Gesù nei messaggi di Medjugorje, non si parla mai delle Beatitudini.
    La priorità di Gesù in tutto e la conoscenza del suo Vangelo costituiscono l'essenza del cristianesimo. Scrive l'apostolo Paolo nella lettera ai Filippesi:

Quello che poteva essere per me un guadagno, l'ho considerato una perdita a motivo di Cristo. Anzi, tutto ormai io reputo una perdita di fronte alla sublimità della conoscenza di Gesù Cristo, mio Signore, per il quale ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero una spazzatura (nel testo greco c'è una parola ancora più forte, skubala, che vuol dire escremento) al fine di guadagnare Cristo e di essere trovato in lui (3,7-9).

    Giovanni scrive: "Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore" (15,10); e nell' Apocalisse è scritto: "Sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me" (3,20).
    Per chi crede in Gesù vale sempre ciò che il geniale Dostoevskij ha scritto una volta per sempre: "Se mi si dimostrasse che Cristo non è nella verità e se fosse matematicamente dimostrato che la verità non è in Cristo, preferirei comunque restare con Cristo, piuttosto che con la verità". Questo è il Gesù dei Vangeli, il Cristo biblico: in comunione con te, Gesù, nella gioia, nella sofferenza, nella morte e dopo la morte.

Maria di Nazaret

    Come per conoscere Gesù occorre partire dal Gesù storico e dal Cristo della fede dei Vangeli, così è per Maria, occorre partire dalla Maria della storia, dalla Maria dei Vangeli, per non fare una mariologia astratta, una mariologia delle nuvole, come è successo e succede anche oggi (Radio Maria, e anche a Medjugorje). Basta la Maria dei Vangeli per comprendere la grandezza e l'unicità di questa ragazza: "La Parola si è fatta carne" (Gv 1,14) nel suo utero! Detto questo, è detto tutto della grandezza della Maria della storia, tutto il resto è un contorno.

     Partiamo dal Vangelo di Luca:

L'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea chiamata Nazaret, a una vergine promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei disse: Rallegrati piena di grazia: il Signore è con te. A queste parole fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L'angelo le disse: non temere Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell' Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine. Allora Maria disse all' angelo: Come avverrà questo che non conosco uomo? Le rispose l'angelo: Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e chiamato Figlio di Dio ... Allora Maria disse: Ecco la serva del Signore, avvenga per me secondo la tua parola. E l'angelo si allontanò da lei (1,26-38).

    Da notare che Maria al momento dell' annunciazione poteva vere 15-16 anni, perché era quella l'età del matrimonio a quei tempi. Siamo abituati a sentire questo brano del Vangelo, ma proviamo a riflettere su quanto Luca non dice, ma che sta dietro al suo racconto. Maria era fidanzata con Giuseppe; allora l'usanza ebraica prevedeva il fidanzamento un anno prima del matrimonio; i promessi sposi avevano così il tempo per preparare la dote e un' abitazione, ma secondo la tradizione ebraica, i due erano come se fossero già sposati, per cui chi trasgrediva, in particolare la donna, era già un' adultera e, secondo la legge ebraica, poteva essere lapidata. Maria dice di "non conoscere uomo", nel senso che non aveva rapporti sessuali con Giuseppe; molto spesso nella Bibbia questo verbo ha questo significato; ovviamente conosceva Giuseppe nel nostro significato perché era il suo fidanzato.
    Non dobbiamo immaginare Giuseppe come un vecchio, come appare in quasi tutti i dipinti; ciò è quanto dicono i Vangeli apocrifi, non riconosciuti dalla Chiesa. I Vangeli canonici non dicono mai che Giuseppe era un vecchio, avrà avuto qualche anno più di Maria. Se pensiamo a quanto è successo dopo il racconto di Luca, probabilmente ci furono grossi problemi per Maria. Restare incinta, quando ancora non viveva con Giuseppe, significava rischiare la lapidazione. Cosa avrebbe detto Giuseppe? Cosa avrebbero detto i suoi genitori? Cosa avrebbe detto la gente di Nazaret che allora era un villaggio di 200-300 persone? Maria conosceva tutti questi rischi, ma con la sua assoluta fede in Dio dice: 'Avvenga per me secondo la tua parola". È considerando Maria da un punto di vista storico che riusciamo a capire la portata della sua risposta affermativa di fronte all' angelo.

     Luca non accenna ad alcuna conseguenza della risposta di Maria; Matteo invece parla della reazione di Giuseppe:

Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era un uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto (1,18-19).

    Anche Matteo non dice nulla del dramma che è venuto dopo; Giuseppe non sapeva nulla dell'annunciazione e quindi pensava che Maria le fosse stata infedele; un dramma per ogni fidanzata, un dramma per Maria che sapeva come stavano le cose. Per tutti e due sicuramente una grande sofferenza; e i genitori di Maria? E le chiacchiere della gente di Nazaret?
   Giuseppe avrebbe potuto denunciare Maria e lasciarla alla sua sorte, ma Giuseppe era buono, voleva bene a Maria e pensava di lasciarla senza alcune denuncia. Poi l'angelo rivela a Giuseppe come stavano le cose: anche lui crede all' angelo e può tirare un respiro di sollievo. Anche per questo l'amore di Maria per il suo ragazzo sarà sicuramente aumentato.
   Maria, incinta, va a fare visita alla sua parente Elisabetta, anche lei incinta: ciò che Luca mette in bocca alla ragazza di Nazaret in questa occasione è qualcosa di rivoluzionario. Luca utilizza dall'inizio alla fine del Magnificat il linguaggio dell'Antico Testamento; è un inno "dei poveri del Signore", cioè di quei fedeli ebrei che si affidavano totalmente a Dio e alla sua parola. L'inno, il Magnificat, propone una celebrazione dell' agire di Dio attraverso sette verbi che rivelano la diversità di ciò che Dio apprezza e di ciò che apprezzano gli uomini; la logica di Dio, dice Maria, è l'opposto di quella degli uomini. Questa ragazza di Nazaret, diremmo noi oggi, è una contestatrice. Dice infatti:

Dio ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili, ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele suo servo (1,51-54).

    Si sottolineano poco nelle prediche questi aspetti del Magnificat; Maria era povera e si è schierata con i poveri, come farà suo figlio.
    Nei Vangeli poi troviamo Maria alla nascita di Gesù; l'essere madre di Gesù è la vera grandezza della ragazza di Nazaret: "Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c'era posto nell'alloggio" (Lc 2,6-7).
   Dopo 8 giorni, come racconta sempre Luca, il bambino fu circonciso secondo la legge ebraica e gli fu messo il nome di Gesù; poi Maria e Giuseppe presentano Gesù al tempio di Gerusalemme, come richiedeva la legge ebraica: "Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore" (Le 2,23).
   Nel Vangelo di Matteo troviamo la fuga in Egitto, episodio difficile da conciliare con il Vangelo di Luca; probabilmente i due evangelisti seguono tradizioni diverse. Anche qui una lettura storica dei Vangeli ci fa capire le sofferenze, le ansie, le paure di una giovane coppia con un bambino piccolo in viaggio verso l'Egitto a piedi: da Betlemme all'Egitto ci sono circa 250-300 chilometri. Il soggiorno in Egitto durò probabilmente circa due anni: Erode muore nel 4 a.c. (è noto che Gesù non nacque nell'anno zero, ma verso il 6-7 a. C.).
    Non sappiamo più nulla di Gesù, di Maria e di Giuseppe fino a quando Gesù compie 12 anni e viene ritrovato nel tempio di Gerusalemme. Luca sottolinea la religiosità di Maria e di Giuseppe: erano ebrei praticanti, credenti, avevano già fatto circoncidere il loro bambino e lo avevano presentato al tempio; inoltre ogni anno "si recavano a Gerusalemme per la festa di Pasqua" (Le 2,41). Anche qui una lettura storica dei Vangeli ci fa capire la fatica e la lunghezza del viaggio da Nazaret a Gerusalemme: son circa 130 chilometri per l'andata e altrettanti per il ritorno, a piedi, pernottando sotto qualche albero, o in qualche baracca, ci volevano tre o quattro giorni. I viaggi a Gerusalemme per la Pasqua venivano fatti in gruppo; lo dice anche Luca: "Credendo che egli [Gesù] fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio e poi si misero a cercarlo tra i parenti e conoscenti" (2,44). Gesù non c'è; pensiamo all' ansia di Maria, come succede anche oggi, quando una mamma non trova il suo bimbo. "Non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme" (Le 2,45).
    Questa volta Maria e Giuseppe sono soli; avevano fatto una giornata di cammino, un altro giorno per ritornare. "Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio" (Lc 2,46). Maria era molto preoccupata, come tutte le mamme, e lo dice chiaramente a Gesù, quando lo ritrova nel tempio: "Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo" (Le 2,48).
    Poi di Maria, come del resto di Gesù, non sappiamo più nulla fino a quando Gesù inizia il suo ministero di predicatore itinerante. Probabilmente Gesù sente parlare di Giovanni Battista e si reca da lui lasciando Nazaret: aveva circa 35 anni.
    Alle nozze di Cana in Galilea troviamo Gesù con sua madre e i suoi discepoli; Maria dice a Gesù: "Non hanno più vino", probabilmente voleva evitare agli sposi una brutta figura. La risposta di Gesù a sua madre non è proprio gentile; il testo greco di Giovanni dice letteralmente: "Donna che c'è tra me e te?" (Gv 2,4). In alcuni casi questa espressione voleva dire nel Nuovo Testamento: donna, in che cosa ti immischi? (come nel Vangelo di Marco 1,24). Ma Maria conosceva bene Gesù, e dice ai servitori: "Qualsiasi cosa vi dice, fatela". E Gesù compie il miracolo, ma non un miracolino: trasforma 6 anfore piene di acqua, in vino. Gesù non è un asceta; ciascuna anfora conteneva da 80 a 120 litri, una quantità enorme di vino, da 480 a 720 litri circa!
     Continuando nell'ordine dei Vangeli, troviamo in Marco un episodio sconcertante da parte dei parenti di Gesù: "Entrò in una casa e si radunò attorno a lui molta folla, al punto che non potevano neppure prendere cibo. Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; poiché dicevano: È fuori di sé" (3,20-21). Come spiegare questo fatto da parte dei suoi parenti che dicono che Gesù è matto? Si potrebbe spiegare in questo modo: Giuseppe era già morto, Gesù era il primogenito, ossia doveva continuare il mestiere del padre e badare alla sua famiglia; invece, spinto dalle sue convinzioni interiori, lascia la famiglia e il lavoro e si trasferisce a Cafarnao, dove inizia a fare il predicatore itinerante. Anche in una famiglia di oggi, se un giovane sui 35 anni, invece di continuare il suo lavoro, lasciasse questo e la sua famiglia e incominciasse a fare il predicatore itinerante, i suoi direbbero che è diventato pazzo. Che ci siano degli screzi tra Gesù e la sua famiglia è confermato da altri passi evangelici:

Gli dissero: Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano. Ma egli rispose loro: Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli? Girando lo sguardo su quelli che erano seduti intorno a lui, disse: Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre (Mc 3,31-35; Mt 12,46-50).

    Qui la famiglia di Gesù non fa una bella figura; egli risponde duramente a Maria e ai suoi fratelli, praticamente dice che la sua vera famiglia sono coloro che ascoltano la sua parola lì attorno a lui, e fanno la volontà di Dio. La volontà di Dio, come risulta da tanti passi dei Vangeli, è ascoltare la {mola di Gesù e fare dò che lui diceva.
    Da qui in avanti non troviamo più Maria nei Vangeli; da un punto di vista storico è dubbia la presenza di Maria ai piedi della croce con il discepolo prediletto, come si legge nel Vangelo di Giovanni (9,25), perché i Vangeli sinottici dicono che le donne stavano a distanza dalla croce, e tra queste donne non c'era la madre di Gesù (Mc 15,40-41; Mt 27,55-56; Le 23,49). L'ultima volta che troviamo Maria nel Nuovo Testamento è negli Atti degli apostoli, dopo l'ascensione di Gesù: gli Undici ritornano a Gerusalemme e salgono "in una stanza al piano superiore; tutti erano perseveranti e concordi nella preghiera, insieme ad alcune donne e a Maria, la madre di Gesù, e ai fratelli di lui" (1,41).
    Non dobbiamo meravigliarsi che i Vangeli e gli scritti del Nuovo Testamento parlino piuttosto poco di Maria, la madre di Gesù. I Vangeli furono scritti dai 40 ai 70 anni dopo la morte di Gesù; gli evangelisti erano dei credenti, ed essi non vollero scrivere una vita di Gesù (non sappiamo nulla della sua fanciullezza e della sua giovinezza), ma proclamare alle loro comunità chi era Gesù: il Messia, il Cristo, il Risorto, il Figlio di Dio. A loro interessava annunciare questi eventi straordinari, i fondamenti della fede cristiana: ecco perché dicono poco della vita di Gesù e di Maria a Nazaret Ma quanto dicono di Maria è più che sufficiente per capire la grandezza e l'unicità di questa ragazza e poi di questa donna di Nazaret: lei è la madre di Gesù, e poiché Gesù è Dio, lei è la madre di Dio. I Vangeli apocrifì, non riconosciuti dalla Chiesa, hanno cercato di colmare tutti questi vuoti su Gesù, su Maria e su Giuseppe che troviamo nei Vangeli canonici, ma li hanno riempiti di leggende di tutti i tipi, che se possono essere valide da un punto di vista letterario, da un punto di vista storico non aggiungono nulla al Gesù, alla Maria e al Giuseppe dei Vangeli canonici e della storia, e neppure alla fede cristiana.
    Questa è dunque Maria di Nazaret come la presentano i Vangeli; dobbiamo sempre tenere presente la Maria della storia, la Maria dei Vangeli, per non prendere tangenti astratte come fanno spesso le varie mariologie e causare danni a questa straordinaria e unica figura del Vangelo: "La parola si è fatta carne" (Gv 1,14) nel suo utero.

NOTE

1. E. ARRIGONI, Storia e jède. Introduzione al pensiero di Gesù, Aracne, Roma 2014.


INDICE

9 Introduzione

23 1. Le apparizioni di Medjugorje

29 2. Confronti: Vangelo e messaggi di Medjugorje

159 Conclusione

163 Opere citate

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VANGELI SINOTTICI E ATTI DEGLI APOSTOLI


RETROCOPERTINA

Le Scritture che tanto nel culto quanto nella religiosità popolare hanno sempre goduto di una posizione privilegiata nella vita della chiesa - i vangeli sinottici e gli Atti degli Apostoli - rivelano al ricercatore complessità e difficoltà ben più profonde di qualsiasi altro testo del Nuovo Testamento. In un'esposizione lineare e chiaramente articolata, questo volume dell'Introduzione allo studio della Bibbia espone la natura e l'origine dei vangeli sinottici e degli Atti degli Apostoli avendo sempre di mira i testi e le comunità di cui furono l'espressione. Come nei volumi precedenti, larga parte è dedicata alla storia e allo stato della ricerca e ai problemi che non possono essere ignorati da uno studio rigoroso del testo biblico. Per la sua forma sempre piana ed efficace, questa nuova introduzione allo studio della Bibbia si propone non solo come manuale per le facoltà teologiche e ogni altro istituto di livello universitario, ma anche come opera di consultazione per chiunque desideri un'informazione di base aggiornata sui problemi cui si trova di fronte lo studio della Bibbia.

INDICE

9 Premessa

Parte prima
Introduzione ai vangeli sinottici.

Capitolo I
17 Origine e natura dei vangeli sinottici:

Capitolo II
54 Storia dell'interpretazione e problemi aperti

Parte seconda
Il vangelo secondo Marco.

Capitolo III
91 La dimensione letteraria

Capitolo IV
114 La dimensione teologica.

Capitolo V
146 La dimensione storica.

Parte terza
Il vangelo secondo Matteo

Capitolo VI
167 La dimensione letteraria

Capitolo VII
199 La dimensione teologica

Capitolo VIII
224 La dimensione storico-sociale

Parte quarta
L'opera di Luca (Lc.-Atti)

Capitolo IX
239 La dimensione letteraria

Capitolo X
274 La dimensione teologica

Capitolo XI
300 Aspetti storici

331 Indice del volume

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UN SONNO PERFETTO - I segreti per riposare, dormire, vivere meglio

RETROCOPERTINA

PERCHÉ RIPOSARE NON DIVENTI UNA GRAN FATICA, IMPARATE A CONOSCERE I SEGRETI DEL BUON SONNO.

Come dare regolarità alla nanna dei piccoli?
Perché si sogna?
Siete "gufi" o "allodole"?
Come si fa a smeHere di russare?
Il sonnellino pomeridiano fa bene?
Come cambia il sonno in gravidanza?
Quali cibi conciliano il buon riposo?
Come funziona il nostro orologio biologico?
Che cosa succede se non si chiude occhio per molte notti di fila?
Come riconoscere i sintomi di un disturbo del sonno?
I farmaci rappresentano sempre la miglior cura?

RISVOLTO COPERTINA

Tutti sappiamo come ci si sente dopo una bella dormita oppure, al contrario, dopo una notte passata a rigirarsi nel letto. Il buon riposo è un ingrediente essenziale della nostra qualità di vita e del nostro modo di essere: il sonno infatti non è semplicemente 1'esatto contrario della veglia, ma un momento irrinunciabile in cui il corpo e la mente si rigenerano per poter ripartire, l'indomani, con una marcia in più.
Gli autori di questo libro ne parlano in modo chiaro, autorevole ed esaustivo, illustrando i meccanismi che lo regolano e le funzioni, e passando in rassegna i principali disturbi a esso correlati. Dai più conosciuti - insonnia, russamento, sindrome da jetlag, narcolessia, sonnambulismo - a quelli meno noti e più difficili da diagnosticare, come la sindrome delle apnee notturne, quella "delle gambe senza riposo" o il disturbo comportamentale in fase REM.
Arricchito da numerose testimonianze di vita vissuta, da consigli pratici - rivolti al bebè come all' anziano - per dormire in maniera ideale, da test e questionari per valutare lo stato di salute del nostro sonno e individuare eventuali segnali d'allarme, uno strumento indispensabile per imparare a riposare bene. E stare meglio con noi stessi e con gli altri anche dopo essere usciti da sotto le coperte.

INTRODUZIONE

Non si può che considerare quale cosa eccellente sia il sonno
THOMAS DEKKER, The Guls Horne-Booke, 1609

Il sonno è un bisogno irrinunciabile. Primario, si dice in medicina. Merita attenzione e rispetto. Lo sapevano bene gli antichi!
I Greci lo avevano trasformato addirittura in un dio, Ipnos. Anche i Romani gli erano grati e riconoscenti. Lo indicavano con un nome diverso, Somnus, ma ugualmente lo ritenevano una divinità. Egizi ed Etruschi ne avevano una grande considerazione, come pure i Fenici, e per comodità lo avevano tramutato in un amuleto da tenere sempre in tasca, di fianco al letto o infilato in una collana affinché garantisse loro notti tranquille...
Tempi passati. Oggi il riposo notturno non riceve altrettante premure. E, quel che più dispiace, non è ritenuto, come dovrebbe, un ingrediente indispensabile per la propria qualità di vita.
Eppure il sonno è un'esigenza vitale. Come il cibo, né più, né meno.
Tuttavia la maggior parte di noi ci trova una differenza: parla molto di quel che mangia e molto poco di come dorme, forse perché il piacere di un buon piatto è immediato e quindi più stimolante, mentre quello di una bella dormita più indiretto e dunque scontato.
E pensare che un cattivo riposo causa le stesse conseguenze di una cattiva alimentazione, vale a dire sovrappeso, obesità, diabete e malattie metaboliche.
Ma i suoi risvolti negativi passano in sordina. In genere si è ben lontani dal pensare che un sonno disturbato possa dar luogo a complicazioni anche gravi per la propria salute: forse un po' di stanchezza, magari un po' di disagio, ma nulla più.
Questo libro vuole dunque restituire dignità al sonno, fargli riconquistare la considerazione che merita. Dimostrare come il riposo notturno non consista semplicemente nell'esatto contrario della veglia. O meglio, non sia solo una condizione in cui le principali funzioni del nostro organismo si prendono una sosta, il cervello sospende i pensieri, il cuore rallenta il battito, polmoni e bronchi diminuiscono la frequenza dei loro atti respiratori, il consumo di ossigeno si abbassa e il metabolismo corre a una velocità ridotta del lO per cento.
Il sonno è ben altro che quiete assoluta. È una fase silenziosa di laboriosa costruzione, in cui l'organismo sintetizza proteine e acidi nuc1eici, i mattoni del DNA. Rilascia ormoni, memorizza nuovi comportamenti appresi durante il giorno e fa preziose scorte d'energia. Uno spazio di tempo in cui il corpo e la mente gettano nuove basi per poi ripartire con una marcia in più.
Chi dorme male o non a sufficienza va incontro a numerosi inconvenienti. Ha un'aspettativa di vita inferiore a chi riposa bene. Si ammala di più. È maggiormente esposto a obesità e diabete. Corre un rischio triplo di incorrere in un infarto o in un ictus, e quadruplo di cadere in depressione. Non solo, è anche meno partecipe della vita famigliare, affettiva e lavorativa, con notevoli ripercussioni sulla qualità della propria esistenza.
Per questo è più che mai importante parlare del sonno poco ristoratore.
Con questo libro si è scelto di farl o illustrando diversi disturbi del sonno che, nonostante rientrino fra i più comuni, sfuggono spesso all'attenzione del medico di base, perché presentano sintomi non ben definiti. Spesso, infatti, chi ne soffre non riesce a inquadrarli con chiarezza, e facilmente finiscono per essere associati ad altre malattie.

Nella prima parte del volume il lettore troverà una trattazione approfondita dei meccanismi del sonno e delle sue funzioni. Verrà spiegato che cosa si intende per «sonno normale», e come cambia il modo di dormire dalla primissima infanzia alla maturità. In questi capitoli si scoprirà, tra le altre cose, la funzione dei sogni, l'importanza dei pisolini, come distinguere il disturbo passeggero dalla malattia, come il sonno muta durante la gravidanza e come propiziarlo nel
bebè e nei bambini.
Nella seconda parte del libro si avvicendano casi emblematici, storie ordinarie di uomini e donne perseguitati da notti insonni e frammentate, concluse da risvegli precoci o seguite da un'opprimente stanchezza. E attraverso la presa di coscienza dei problemi che insorgono quando il riposo notturno non è soddisfacente, la speranza è che quell'attenzione alla salute cui oggi ci sentiamo sempre più sollecitati non prescinda né trascuri il buon sonno, il quale realmente
ha tanta parte nel mantenerla e conservarla.
L'intento non è certo quello di infondere timore, promuovere un'eccessiva tendenza alla diagnosi o creare malati a tutti i costi. Piuttosto, è di stimolare la consapevolezza che i disturbi del sonno non sono affatto rari: se ne annoverano circa 200, colpiscono ben il 20 per cento degli italiani e sono oggetto di continue ricerche.
In tempi recenti, l'Associazione Americana dei Centri per lo Studio dei Disturbi del Sonno (ASDC) ha dato loro una nuova catalogazione, la Classificazione internazionale dei disturbi del sonno (l'International Classification of Sleep Disorders, ICSD). Sono tuttavia ancora poco riconosciuti e curati male. L'approccio terapeutico alle insonnie, per esempio, che costituiscono una parte importante sul piano epidemiologico dei disturbi del sonno, è a tutt'oggi molto limitato. Come dimostrano i risultati dell'ultimo Progetto Morfeo, solo il 16 per cento degli insonni segue una terapia prescritta dal proprio medico. Gli altri, e precisamente il 56 per cento, rifiuta qualsiasi trattamento, il 7,3 per cento ricorre al «fai da te» e il 20,7 per cento si cura per un altro disturbo perché ha ricevuto una diagnosi sbagliata.
Il nemico più insidioso è dunque, ancora una volta, la disinformazione, fattore che invece questo libro vuole scalzare. Le sue pagine si propongono infatti di far comprendere l'origine di determinati sintomi, di mostrare come riconoscerli e come riferirne con precisione al proprio medico per consentire una diagnosi meno approssimata e un più precoce ricorso alla terapia.

INDICE

Introduzione XI

Parte prima
Il sonno può variare ma restare sano

1. C'è sonno e sonno
Il sonno «normale»
Uno scomodo equivoco
L'età e il sesso contano
Il cerchio si chiude

2. La nanna dei piccoli
Quello strano modo di addormentarsi
Benedetta regolarità
Utili pisolini
Niente nanna senza la mamma
Passatempi tranquilli
Un piacevole rituale
Ci vuole metodo

3. Il sonno in gravidanza
Tutta colpa del «pancione»
Quella lieve insonnia
Un problema tira l'altro
Il minimo di sonno
Il decalogo del buon sonno

Parte seconda
Storie di vita sotto le coperte

4. Un sonno da ... togliere il respiro
Paolo e la scommessa
Come smascherare il disturbo?
Età e sovrappeso
Le apnee sono animali notturni
Non uno, ma più di dieci sintomi
L'imperdonabile inganno
Spezzare il circolo vizioso
L'alfabeto amico del sonno
L'errore più comune: conoscere poco se stessi
L'esame diagnostico che non sbaglia
Una domanda legittima
Interventi senza bisturi

5. Il cane che si morde la coda
Roberta e il gratta e vinci
La paura della paura di non dormire
L'alba del sonno
I danni dell'iperveglia
Magica melatonina
Poche domande centrano il problema
I farmaci «toccata e fuga»
Sostituire il software
Cambiare ragionando
Il buon sonno s'impara
L'unione fa la forza
Meno sonno più sonno

6. Un'incontenibile voglia di... ginnastica
Maria e i cubetti di ghiaccio
Una conquista in parte italiana
Un «pedigree» rivelatore
Giù la maschera
Una mano guantata
È lei o non è lei?
L'utile sotterfugio
L'arte da mettere da parte

7. Incontri di box ... tra le lenzuola
Bruno e il polpaccio da difendere dal cane
Sogni di carattere
Dove nascono i sogni
Anche gli animali sognano
I sogni possono cambiare nel tempo
Un mistero da risolvere
Una questione di naso
La pulce nell' orecchio
La prova della verità

8. Una sonnolenza poco gradita
Guido, l'uomo che non poteva ridere
Un mistero intrigante
Animali specchio
Il gene mancante
Da rifugio a prigione
La sonnolenza è un momento magico
Frammenti di vita
I sogni dei narcolettici
Vedere per credere
Non solo il sonno
1+1+1+1= 4
Tre test per il sospetto
Gli esami che la inchiodano
Libertà vigilata
E poi ci sono i farmaci

9. Gufi e allodole
Riccardo non è insonne, è un gufo!
Ci sono gufi e gufi
Questione di ritmo
Punti di vista
Dov'è l'errore?
Un orologio fatto di molecole
Geni segnatempo
Scopritelo da soli
Tiriamo le somme
Parola d'ordine: «resettare»
Comportatevi bene
Grazie, luce
Il diario

10. Quei misteriosi movimenti notturni
Guly, il sonnambulo che non camminava sui tetti
Il «fattaccio»
Un caso di sonnambulismo artificiale?
Mai svegliare un sonnambulo
La scomoda eredità
La goccia che fa traboccare il vaso
Come Sherlock Holmes
Sotto la lente d'ingrandimento
La miglior cura? Un sonno regolare
Cosa fare se vostro figlio è sonnambulo
Autotest sul sonnambulismo

11. Il buon sonno si vede dal mattino
Oddio non dormo! Eppure Marta dormiva
Una realtà distorta
Quando il carattere ci mette lo zampino
Fatevi un'idea del vostro sonno
Esiste pure il contrario: dormo eppure non dormo
Risolvete l'errore che sta in voi

12. Un'insidiosa presenza
Marina e la falsa voglia di lavorare
Potreste ... non avere l'età!
Il tramonto del sonno
Una questione di orologio
Dal sonno all'umore
Mano nella mano
Rinunciate ai sogni
I farmaci «taglia REM»

Conclusioni
Indice analitico

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TUTTO QUELLO CHE UN GENITORE NON DOVREBBE FARE - Migliorare la qualità della vita famigliare evitando strategie educative sbagliate

RETROCOPERTINA

Talora, purtroppo, i genitori tendono ad adottare nei confronti dei figli strategie educative e errate o incoerenti, che potrebbero ripercuotersi negativamente sulla formazione dei giovani. In questo saggio istruttivo, già pubblicato con il titolo quando i genitori sbagliano, gli autori, partendo dall'idea che anche i piccoli cambiamenti possono dare luogo a risultati sorprendenti, propongono una tecnica graduata per migliorare sensibilmente la qualità della vita familiare e bandire comportamenti nocivi originati da sette errori di base:

viziare i figli arrivando a deresponsabilizzarli;
penalizzare la vita di coppia trascurando il Pantheon è;
costringere i figli a svolgere troppe attività e che sta scolastiche impegnative;
trascurare la propria dimensione spirituale d'emotiva;
pretendere di instaurare con i figli un rapporto amichevole da pari a pari;
non riuscire a imporre regole e limiti;
aspettarsi che il figlio realizzi i sogni frustrati dei genitori.

RINGRAZIAMENTI

Eravamo giunti quasi a un quarto della stesura di un libro del tutto diverso, quando la nostra buona amica e collega della Clinica Clearlife/Lifeworks, Mary Pietrini, ci suggerì di scrivere una guida per genitori basata su tutto il materiale pertinente che aveva raccolto assistendo a diverse conferenze cliniche negli ultimi quattordici anni. Da allora ci abbiamo lavorato sopra durante il nostro tempo libero. Vorremmo ringraziare Mary per avere collaborato con noi per tanti anni e perché conosce così bene noi e il nostro lavoro da poterei dare spontaneamente un suggerimento del genere.
Desideriamo ringraziare anche il dottor James Maddock, professore dell'Università del Minnesota e psicologo clinico, che ci ha guidati nei molti anni in cui abbiamo avuto l'onore di conoscerlo. È sicuramente troppo poco dire che la sua competenza, la sua saggezza e la sua integrità professionale come psicoterapeuta e come insegnante sono notevoli. Apprezziamo in special modo i commenti generali che ha fatto dopo aver letto una delle ultime bozze di questo libro.
Vogliamo ringraziare tutti i singoli, le coppie e le famiglie con cui abbiamo avuto l'onore di collaborare nel corso degli anni di pratica nel Minnesota, oltre a tutte le persone che hanno frequentato i nostri seminari e le nostre conferenze sui due lati dell' Atlantico.
L'opportunità di presentare e di discutere le nostre idee in pubblico ci è servita per mantenerci informati, al corrente e all' avanguardia. Grazie anche a tutti coloro i quali hanno frequentato i nostri corsi di tre giorni e mezzo alla Clinica Clearlife/Lifeworks. Vogliamo essere certi di non dimenticare nessuno di quelliche hanno corso quello che sicuramente appariva un grosso rischio: frequentarne uno, alla ricerca della propria strada.
Ovviamente, vogliamo ringraziare Peter Vegso, editore e proprietario della Health Communications, per il suo continuo interesse e il suo sostegno al nostro lavoro; e il nostro editor Matthew Diener, per la sua saggia e competente gestione di questo progetto; e grazie anche a Erica Orloff, per il suo completo ed esauriente lavoro redazionale e per i suggerimenti che ci ha dato per migliorare questo testo.

PREMESSA

Questo libro è stato scritto per aiutare le famiglie che hanno problemi di un certo tipo. Molto del materiale contenuto in questo testo è rivolto a famiglie che sono in crisi o sull' orlo di una crisi, ma magari non ne sono consapevoli. Per esempio, la mancanza di controllo e di senso di responsabilità personale di alcuni ragazzi ha portato gli esperti di salute mentale di tutto il paese a sentirsi sempre più preoccupati, come è dimostrato quasi settimanalmente da articoli giornalistici e programmi radiotelevisivi. Per questo motivo, noi abbiamo scritto questo volume in maniera diversa dai precedenti. Il libro è stato strutturato per spingervi a riflettere e a osservare più attentamente i sette errori classici dei genitori.
Riconosciamo che ci vogliono abbastanza soldi per commettere certi errori, ad esempio tirare fuori dai guai i vostri figli quando si trovano in difficoltà economiche. Allo stesso tempo, gran parte del materiale contenuto in questo libro è applicabile, in un modo o nell' altro, a tutte le famiglie. Probabilmente nel volume troverete esempi che non si adattano al vostro caso per diverse ragioni, e in tal caso vi preghiamo di estrapolare la vostra situazione particolare o di ignorare del tutto quel passo. Quando, per esempio, diciamo che spesso la gente lavora troppo per il bisogno incontrollato di acquisire beni, sappiamo anche perfettamente che molte famiglie meno abbienti lavorano molto solamente per sopravvivere.
Se rientrate in questa categoria, vi preghiamo di comprendere che non ci riferiamo a voi.
Più importante è il fatto che questi sette errori non sono la cosa peggiore che i genitori possano fare. Picchiare, torturare o abusare sessualmente dei figli è assai peggio. Speriamo che tutto questo sia chiaro ai nostri lettori. Abbiamo scelto questo titolo perché abbiamo incontrato molti genitori che credono di cavarsela egregiamente perché loro non torturano i loro figli. In molti casi, nulla potrebbe essere più lontano dal vero.
Vi preghiamo di tenerlo a mente quando leggerete queste pagine.

INDICE

Ringraziamenti
Premessa

PARTE I - PREPARATEVI
1. Le sette cose peggioriche fanno i genitori
2. Le regole del gioco

PARTE II - I SETTE ERRORI
3. Viziare i vostri figli
4. Mettere il vostro matrimonio all'ultimo posto
5. Costringere i vostri figlia svolgere troppe attività
6. Ignorare la vostra vita emotiva o spirituale
7. Essere i migliori amici dei vostri figli
8. Non saper dare una struttura ai vostri figli
9. Aspettarvi che i vostri figli realizzino i vostri sogni

PARTE III - FORZA!
10. Se possono farIo i topi, potete farcela anche voi
11. Il bello dei genitori che scelgono di crescere: un tipico caso di successo
12. Alcuni suggerimenti finali per i genitori

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TRIANGOLI VIOLA: LIBRO+DVD - Il prof. C.Vercelli presenta il suo ultima opera

Nell’ambito dello stesso Istituto si occupa più in generale delle tematiche concernenti la contemporaneità, con particolare riguardo per i conflitti del Novecento, i sistemi concentrazionari e i totalitarismi politici. Sta svolgendo una ricerca sulla deportazione europea dei testimoni di Geova nei lager nazisti che pubblicherà per la primavera dell’anno entrante in un volume. A tale riguardo ha già concorso con saggi e articoli editati su varie riviste.
Tra i diversi si ricorda il recente lavoro per Quale Storia sul tema de “L’oppressione e la persecuzione contro i testimoni di Geova nella Germania nazista e l’Italia fascista
tra memoria e oblio” e Il secolo dei campi? I lager nazisti e i gulag staliniani tra interpretazione e comparazione in Asti Contemporanea, n°9/2003; inoltre ha redatto alcune voci del Dizionario dell’Olocausto per l’Editore Einaudi. Per il mese di gennaio del 2005 è prevista la pubblicazione del suo volume su Gli altri “Olocausti”.

Le deportazioni non razziali per i tipi della casa editrice La Giuntina di Firenze oltre ad un testo, coredatto con Giovanni Carpinelli, sul conflitto israelo-palestinese editato dalla casa editrice Ega-Edizioni Gruppo Abele.

RETROCOPERTINA

Conosciuti nei Lager come "triangoli viola" per via del segno di riconoscimento che gli era imposto, i testimoni di Geova condivisero con gli altri prigionieri la tragedia della detenzione nei luoghi di annientamento. Confessione cristiana presente nel continente europeo già alla fine dell'Ottocento e diffusasi in Germania con l'inizio del secolo successivo, i testimoni di Geova furono duramente perseguitati negli anni del Terzo Reich. Benché costituissero una minoranza religiosa estranea alla politica il loro pervicace rifiuto di accettare le imposizioni del regime hitleriano ne determinò il destino di vittime della violenza degli apparati repressivi nazisti, fino alla deportazione nei campi di concentramento.
La loro storia, oltre a testimoniare della forza dei convincimenti interiori, è parte della più generale vicenda delle opposizioni e delle resistenze civili che accompagnarono gli anni cupi del totalitarismo nazionalsocialista.
Claudio Vercelli è ricercatore di storia contemporanea presso l'Istituto di studi storici Salvemini di Torino. Tra i suoi volumi ricordiamo Tanti Olocausti. La deportazione e l'internamento nei Lager nazisti (La Giuntina, 2005) e Storia del conflitto israelo-palestinese (Laterza, 2010). È coautore del manuale di storia Un mondo al plurale (La Nuova Italia, 2009), curato da Valerio Castronovo. Per i nostri tipi ha pubblicato Breve storia dello Stato d'Israele (2008).

PREMESSA

Un piccolo paradosso accompagna le pagine di questo libro: l'oggetto delle sue riflessioni sono le vicissitudini storiche che hanno interessato i testimoni di Geova, un gruppo coeso, fortemente presente nella vita quotidiana del nostro paese e, più in generale, di quella di molte altre nazioni europee, ma assai poco conosciuto nei fatti. Di esso, e soprattutto dei suoi recenti trascorsi, benché costituisca una delle religioni più importanti in Italia, coinvolgendo un insieme non indifferente di connazionali, si sa ben poco se non nulla. Non è il caso di invocare una cospirazione del silenzio, che non c'è mai stata. Senz'altro, però, sussiste una disattenzione non casuale, le cui ragioni sono da imputarsi a molti fattori, non da ultimo la predominanza istituzionale in Italia di un culto su tutti gli altri così come la diffidenza verso ciò che ha anche solo lontanamente il sapore di "settario" o, comunque, iniziatico e quindi non conforme alla prevedibilità quotidiana. Egemonia culturale e diffidenza diffusa sono forse due facce della stessa medaglia, ma da sole non spiegano tutto.
Bisogna guardare allora anche ai fattori endogeni, interni all' oggetto delle proprie riflessioni. Tra i testimoni di Geova parrebbe sussistere a tutt' oggi una scarsa propensione autobiografica: la giovane età della Denominazione, il fatto che la narrazione di sé sia incorporata essenzialmente nelle opere mentre solo adesso sta prendendo piede una forma, sia pure in modo ancora timido, di riflessione storiografica sull'evoluzione del Movimento, incidono infatti non di meno. Tra gli elementi che concorrono alla definizione di questo quadro vi è anche «il non facile accesso alle fonti storiche primarie (talora addirittura inesistenti) e il carattere più prosaico e meno spettacolare della vita religiosa quotidiana dei Testimoni di Geova»1. Le letture apologetiche, di cui il Movimento è prodigo e solerte diffusore, basando parte dell'efficacia della sua proposta proprio sull'accessibilità ad un' abbondante letteratura, non colma tale divario. L'autobiografia è cosa che solo in parte corrisponde all' autorappresentazione. Si tratta quindi di fonti, e come tali vanno riportate, e fatte interagire con un più ampio orizzonte di elementi, per costruire un' analisi e delle valutazioni di merito.
Così come ancora meno fanno quelle opere polemiche che si adoperano contro la Denominazione, destoricizzandone il profilo e riconducendo retoricamente la sua presenza ad un esercizio di interessi contro i culti maggiori, ad un'espressione di superstizioni oppure - alternativamente - ad un "totalitarismo dal volto umano" (ma dai meandri insondabili). In realtà la Congregazione cristiana dei testimoni di Geova è una presenza oramai più che centenaria, ha un seguito corposo, ha conosciuto periodi diversi nella sua storia secolare, ha un corpus dottrinario in evoluzione e vive dinamiche interne complesse. L'insieme di questi elementi è il vero oggetto sul quale esercitarsi. Non compete peraltro allo studioso formulare un giudizio sulle opinioni ma, piuttosto, l'argomentare una valutazione sui fatti e su come essi furono vissuti dai protagonisti del tempo. Questo, ovviamente, nel limite degli strumenti e delle competenze di cui può disporre. Indagare e riflettere su di un oggetto storico non implica il parteggiare aprioristicamente.
È odioso il diffondersi, che si è misurato in questi ultimi decenni, di un atteggiamento che riconduce il lavoro dello storico ad una sorta di esercizio tribunalizio, dove alla conclusione di una sorta di istruttoria dovrebbe esserci l'emissione di una sentenza, possibilmente inappellabile. Da ciò è bene astenersi, non solo per vincoli di ordine
deontologico e professionale ma anche per un più elementare principio di natura umana: di donne e uomini si parla, infatti, e non di cose da prendere o da gettare. Il fuoco di queste pagine non sarà quindi la storia dei testimoni di Geova in quanto tali. Di essi non si prenderà in considerazione l'evoluzione come corpo a sé, come unità separata, bensì in quanto soggetto storico inserito dentro alcune peculiari vicende europee che tra gli anni Trenta e Quaranta mutarono il volto del continente. Poiché il loro coinvolgimento in quei fatti fu, come il lettore avrà modo di riscontrare, rilevante. La scarsa o nulla consapevolezza di quest'ultimo dato renderebbe peraltro meno completa la conoscenza che si intende invece disporre del quadro d'insieme di quell' ampio fenomeno che furono le persecuzioni naziste e le deportazioni nei Lager. Poiché lo sforzo compiuto in questi anni, non senza difficoltà, è stato quello di restituire la memoria di tutte le vittime, non è accettabile l'assumere atteggiamenti che potrebbero risultare riduttivi nei confronti di una parte d'esse.
Anche qui va ribadito il principio per il quale non si sta parlando di una deliberata volontà di rimozione ma di come si sono articolate le strategie della memoria che soggiacciono ai tempi correnti, allo spirito dell'oggi. Poiché la memoria, per meglio dire le "memorie" demandano al passato ma parlano la lingua del presente.

Nel caso dei testimoni di Geova si sono registrate fatiche molteplici all' assunzione della loro tragedia dentro il corpus europeo della storia delle deportazioni. Le "resistenze" hanno a che fare, a loro volta, con una pluralità di motivi, in parte ascrivibili anche alla difficoltà, che a tratti si è fatta incapacità, di rendere testimonianza da parte di chi ha vissuto eventi la cui rilettura è inesorabilmente filtrata dal rapporto esclusivo che intrattiene con la sua fede. La dimensione escatologica, che accompagna tutta la storia della Denominazione, potrebbe essere stata un potente elemento di inibizione, proiettando i protagonisti dei trascorsi verso un tempo a venire, nel quale il peso del passato ha scarsa rilevanza. Questo, però, se vale per i biografati, non può essere addotto a motivo per coloro che quella biografia la devono raccogliere e ricostruire. Ancora una volta va detto che una storia o la si racconta per intero oppure diventa una versione di comodo, ad uso e consumo delle circostanze. Le vicende di quegli anni, terribili e barbari, non si sono mai presentate allo sguardo di chi è venuto dopo come immediatamente evidenti, richiedendo piuttosto un lento, progressivo lavoro di scavo, a cavallo tra vittime e carnefici, offese e difese, indizi e reperti, parole e silenzi.
Questo libro non ha la pretesa di fornire l'ultima parola su una questione che, probabilmente, non potrà mai essere sviscerata fino in fondo. Né vuole dare giudizi sulla condotta delle vittime, anche quando dovessero registrarsi apparenti incongruenze, esercizio altrimenti molto comodo per chi certe situazioni non le visse in prima persona. La vittima non è buona di per sé né, necessariamente, ha a priori ragione: si tratta semmai di colui che ingiustamente subisce la prevaricazione di un soggetto più forte. li volume, basandosi su quello che è lo stato della conoscenza in materia, intende offrire al lettore italiano un ulteriore squarcio sulla storia europea del Novecento. Poiché le parole hanno il loro peso, e le accezioni nonché i significati possono mutare a seconda di chi li usa, ho deciso di adottare come convenzione di scrittura i seguenti criteri: per definire i testimoni di Geova come culto organizzato farò ricorso alle parole "Denominazione" e "Movimento" (usando per entrambi la maiuscola).
Nel primo caso i due termini si affiancano, sostanziandoli sul piano sociologico, a quelli di Confessione e di Chiesa cristiana, tralasciando del tutto invece, l'ambiguo richiamo a setta (che rinvia ad un dimensione separatista e frazionista, intesa spesso in maniera molto negativa, termine non a caso usato invece dai nazisti); nel secondo, la parola "Movimento" mi sembra sociologicamente soddisfacente per definire un'unione permanente di individui, vincolati reciprocamente da convinzioni e scopi comuni, dove però il processo di aggregazione è una costante della sua stessa identità. Sul piano territoriale ogni componente stabile di tale Denominazione/Confessione/ Movimento è stata definita "congregazione".
I membri della Denominazione sono stati da me variamente richiamati come "proclamatori", ma anche predicatori, credenti, qualche volta praticanti, o più semplicemente fedeli, aderenti e membri'. Nessuna di queste parole vuole avere un significato denotativo o qualificativo ma solo descrittivo. I termini "Studenti biblici", Ernsten Bibelforscber ("seri ricercatori biblici"), più semplicemente Bibelforscber: e "testimoni di Geova": sono intesi come equivalenti e intercambiabili, anche se l'ultimo, a partire dal 1931, sostituisce quelli precedenti. Essi si applicano sia all'insieme degli aderenti che ai singoli. L'espressione "Associazione internazionale degli Studenti biblici" indica l'organizzazione dei testimoni di Geova, denominata così per definire la struttura di riferimento legale, quella chiamata in causa nelle negoziazioni con le autorità, come l'equivalente germanico, Internationale Bibelforscher Vereinigung, deutscher Zweig, ossia l"'Associazione internazionale degli Studenti biblici, sezione tedesca".
Il nome "Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania" (“Torre di Guardia di Bibbie e Trattati della Pennsylvania"), in tedesco Wachtturm Bibel-und-Traktat-Cesellschaft (WTG), identifica l'entità legale, non lucrativa e morale, che si occupa,
tra le altre cose, della produzione e della distribuzione della letteratura della Denominazione ma, per convenzione pubblicistica, può richiamare anche le sue leadership interne. Il libro che il lettore si trova ora in mano è il risultato di una decina d'anni di riflessioni, benché discontinue, condivise sia con membri della Denominazione, come Luca Zucchini, che con interlocutori professionali, studiosi e ricercatori di storia. Significativa, anche da un punto di vista umano, è stata la collaborazione con il sito "Triangolo Viola" (www.triangoloviola.it) che a tutt'oggi rimane un buon deposito in rete di informazioni e notizie.

Poco incoraggiante, invece, è stato il riscontrare che nella comunità degli storici italiani, intendendo come parte d'essa sia gli accademici che i pubblicisti di vaglia, vi sia stato un così scarso interesse, se si fa eccezione per i nomi di Paolo Piccioli e di un pugno di valorosi valdesi, come Giorgio Rochat e Giorgio Bouchard, meno noti alle cronache ma non per questo meno preziosi. Il testo si inserisce nel solco delle riflessioni che da molto tempo vado facendo sulla natura dei poteri totalitari nel Novecento e sulla specificità del nazionalsocialismo. Non di meno intende confrontarsi con un oggetto eluso, a tratti difficile, in altre occasioni percepito come estraneo, lasciato comunque un po' ai margini, qual è il tema della persecuzione religiosa di una comunità che tutti ritengono di conoscere ma che pochi vogliono sapere da chi sia composta per davvero. Della dignità della scrittura ma, soprattutto di ciò che essa cerca, a volte di ciò che essa cerca, a volte faticosamente, di raccontare, giudicherà il lettore medesimo. Della responsabilità di ciò che è in essa contenuto sarà l'autore a rispondere, non impegnando che questi.

INDICE

Premessa 9

I. Qualche nota storica 15
I.I. Gli anni della Repubblica di Weimar e dell'ascesa di Hitler al potere 17
I.2. L'ascesa al potere di Hitler 25
I.3. Poco prima del grande diluvio 33

2. Un Cristo nordico: la religione nel Terzo Reich 39
2.1. Il rapporto con le Chiese 43
2.2. Una «dichiarazione dei fatti» 46
2.3. Predicare anche se banditi dalla società civile 50
2.4. Verso l'abisso 55

3. L'escalation del conflitto 63
3.I. Distruggere le basi dell' esistenza civile e sociale 66
3.2. Spezzare la resistenza rompendo le famiglie 73
3.2.1. A fin di bene: arrestare e separare 79
3.3. Vivere separatamente 88
3.4. Resistere 92

4. All'inizio della tempesta bellica 105
4.1. Nello scenario di guerra 111
4.2. Obiettare con lo spirito 114

5. Nell'universo concentrazionario 125
5.1. Portare il triangolo viola 131
5.2. Gli sviluppi della prigionia 143
5.3. Il prosieguo della prigionia 152
5.4. Dopo il 1942 159

6. Alcune conclusioni 169
Bibliografia 179

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